L’opera di Alberto Burri si allontana dal nuovo contesto per andare ad abbracciare le rovine di Gibellina Vecchia. Le macerie e i resti della città distrutta vengono trasformati in un cretto a scala urbana in cui le isole di cemento ricostruiscono gli isolati originari, diventandone a loro volta monito.
Quella che potrebbe essere l’opera di Land Art di maggior estensione a livello europeo, un tributo al ricordo di una città scomparsa, ma anche un monito al coraggio della vita che va avanti è purtroppo ancora oggi un luogo difficile da raggiungere, prigioniero di un cantiere infinito dove solamente i sporadici episodi di vegetazione spontanea sono i fortunati fruitori dell’immensità di questa cattedrale a cielo aperto.
Nata nel 1985, Sara Moiola è laureata in Architettura al Politecnico di Milano e ha frequentato poi il corso in Tecniche e Linguaggio della Fotografia al Centro di Formazione Professionale Riccardo Bauer. Affascinata dalla Scuola Italiana di Paesaggio, orienta la sua ricerca verso il rapporto tra uomo e architettura, il territorio e le sue trasformazioni.