La quota della popolazione mondiale residente nelle aree urbane ha superato la soglia del 50 per cento e il fenomeno di urbanizzazione è in costante crescita: è evidente che lo sviluppo delle città, l’analisi dei valori e disvalori, delle economie e diseconomie generati dall’urbanizzazione e la riflessione sulla qualità della vita di chi abita e lavora nei contesti urbani siano oggi un punto cardine nelle agende dei Governi.
La riflessione che consegue a questa fotografia è inevitabilmente a doppio binario: da un lato, occorre chiedersi quale strategia mondiale adottare per gestire un fenomeno di così rilevante impatto; dall’altro, quali alternative siano realmente praticabili per consentire l’affermarsi anche di un modello di sviluppo urbano slow. Pur nelle enormi differenze tra i modelli di crescita e sviluppo economico e territoriale dei diversi Paesi del mondo, gli obiettivi strategici comuni cui tendere per tracciare una rotta in termini di evoluzione dei sistemi urbani sono certamente quelli del miglioramento della qualità della vita e dell’ambiente, del recupero della cultura del fare legata al territorio e alla valorizzazione delle sue risorse, della composizione armoniosa dei paesaggi, incoraggiando l’incremento di nuovi tessuti urbani misti, resi possibili dal nuovo scenario produttivo.
Il modello di città a cui guardare può essere solo quello che sappia declinare il tema della crescita con quelli dell’ecologia, della sostenibilità, del lavoro, dei servizi alla persona.
Il futuro è nella rigenerazione urbana e passa dalla riqualificazione dell’esistente con processi efficaci e sostenibili socialmente, economicamente e ambientalmente.