
Gli obiettivi affidati all’arte pubblica sono emblematici della centralità del suo ruolo: la rigenerazione dell’ambiente urbano e rurale, in cui le percezioni e le funzioni dello spazio rinnovato possono galvanizzare il pubblico di riferimento, che li interiorizza come nuovi valori del luogo; l’evocazione dello spirito del luogo, attraverso la presenza simbolica del passato e l’utilizzo di forme narrative riconoscibili dalle comunità, che rinforzano il senso di appartenenza; l’attribuzione di un’anima agli spazi ridefiniti, attraverso l’intervento sui paesaggi urbani e rurali, sulla natura e sull’ecosistema, per proteggerli e preservarli per il futuro, come nel progetto Red Ribbon in the Green Forest, realizzato da Yu Kongjian, Ling Shihong e Ning Weijing al Tanghe Park di Qinhuangdao, un terrapieno biologico in fibra di vetro lungo 500 metri che previene la graduale erosione dell’argine, preserva la vegetazione indigena e ridisegna il paesaggio fluviale.
Come mi spiega Zhou Xian, editor di Public Art China, l’arte pubblica in Cina è “l’unificazione dell’immaginazione e della realtà, dell’una e dell’altra sponda” si basa sull’orientamento cinese alla “Real Life”, intesa come occasione per i cittadini di sperimentare direttamente l’artisticità e la bellezza della vita.


L’installazione interattiva neORIZON di Maurice Benayoun allestita a Shanghai per l’eArts Festival 2008 ha prodotto un dibattito critico perché ha reso visibile l’attuale codificazione della vita e la traduzione delle identità umane in forme geometriche e astratte (dunque moderne) delle sculture IDWorms e del paesaggio urbano in un’architettura di codici QR. Come ha afferma Lewis Biggs, presidente del Comitato Organizzativo di IAPA, “Se si colloca un’opera d’arte controversa in una comunità, molto spesso si trovano a parlare intorno a un tavolo persone che altrimenti non si parlerebbero”, creando dunque le condizioni affinché l’artista possa anticipare il tempo e creare nuove realtà.
Sulla rotta del ritorno in Italia a ritroso nel tempo, l’immagine di Shanghai che porto con me è quella di un’utopia dinamica, in costante evoluzione.
[1] Hsiangling Lai, Huey-Fen Chu, The Way to Knowing Happiness, in Local Remodeling, Shanghai, Shanghai University, 2014
[2] Sister City Program Summit on “Strategies for Public Art,” New York, February 17–18, 2005. Report disponibile al link: http://www.nyc.gov/html/ia/gp/html/summit/main.shtml