Il caso è particolarmente interessante perché, nel contesto europeo, il Guggenheim Helsinki può essere considerato il prototipo di un'importante evoluzione culturale fondata sul franchising. Finora le principali istituzioni culturali sono state pensate per rappresentare cultura e tendenze locali o nazionali. Anche il Guggenheim Bilbao, fondamentale punto di riferimento del progetto di Helsinki, può essere considerato espressione dello spirito nazionale basco e della volontà di sviluppo locale del Comune di Bilbao, non un semplice prodotto d'importazione.
Dopo Bilbao, la fondazione Guggenheim ha preso in esame varie città tra cui Abu Dhabi, dove la fondazione avrà un posto nell'isola-museo di Saadiyat, insieme con un museo gemello del Louvre e con parecchi altri musei e centri culturali. Saadiyat è in corso di realizzazione, ma altrove i risultati sono meno d'effetto. Un progetto berlinese in collaborazione con la Deutsche Bank arriverà a compimento nel 2012, dopo quindici anni di lavori; e una precedente iniziativa nell'area baltica, a Vilnius, in Lituania, è stata abbandonata nel 2011, contemporaneamente all'annuncio del progetto di Helsinki. Il padiglione temporaneo BMW-Guggenheim, per lo meno, sta compiendo con successo il suo itinerario nel mondo, e arriverà a Berlino in maggio. A Helsinki, la fondazione Guggenheim ha una testa di ponte importante: il sindaco Jussi Pajunen è un convinto sostenitore del progetto e come ubicazione della nuova costruzione è stato proposto un importante sito del centro di Helsinki.
La proposta
La proposta ha quattro concrete motivazioni in favore dell'istituzione di un Guggenheim Helsinki. Prima di tutto, benché Helsinki possieda numerosi ottimi musei, nessuno di essi ospita ancora collezioni d'arte moderna e contemporanea significative quanto quelle della rete Guggenheim. Quindi, l'attività del Guggenheim Helsinki probabilmente non si sovrapporrebbe all'offerta attuale. In secondo luogo, l'istituzione di un nuovo Guggenheim incrementerebbe il turismo culturale di Helsinki (in modo sostanzioso, sostiene la relazione), il che andrebbe a vantaggio delle attività cittadine legate al turismo. La relazione suggerisce inoltre che il mondo locale dell'arte e del design sarebbe indirettamente favorito da un simile afflusso di potenziali acquirenti. In terzo luogo, il Guggenheim Helsinki intende mettere in rilievo nelle mostre autoprodotte i temi dell'architettura e del design, il che porterebbe la prospettiva estetica finlandese sulla scena mondiale. Questo aspetto, comunque, nello studio non viene ulteriormente approfondito. In quarto luogo, la relazione promuove con forza la creazione nella città di uno specifico spazio sociale, un "polo comunitario", "un centro d'accoglienza per i turisti". Nel progetto di franchising la parte della Fondazione Guggenheim sarebbe quella di fornire il suo pregiato brand e di gestire i contenuti, mentre il Comune di Helsinki si accollerebbe tutti i costi. Secondo lo studio, la Fondazione Guggenheim si riserverebbe la responsabilità della direzione complessiva, della strategia e della gestione operativa del museo, nonché la supervisione delle iniziative artistiche e pubbliche complessive. Al Comune (probabilmente con sussidi da parte dello Stato finlandese, di fondazioni, di imprese e di privati cittadini) spetterebbero la responsabilità dei finanziamenti e la supervisione sul progetto e sulla realizzazione del museo, per un ammontare stimato intorno ai 130-140 milioni di euro. Il Comune dovrebbe inoltre provvedere a garantire i fondi per la gestione operativa del museo: la differenza tra costi e ricavi è valutata in 6,8 milioni di euro l'anno. In più il Comune di Helsinki dovrebbe sborsare un diritto di concessione di 30 milioni di dollari in vent'anni.
La risposta: le critiche
Il compito dei responsabili politici di Helsinki è decidere se concludere o meno l'accordo. Il dibattito politico e pubblico è stato vivacissimo. La pubblicazione della relazione ha provocato un terremoto di opinioni, di post sui blog e di discussioni su testate a stampa e digitali. Chi è favorevole sostiene che si tratti di un'occasione unica e sottolinea con favore la capacità del brand Guggenheim di innalzare il livello del profilo internazionale di Helsinki, di creare un luogo di forte attrattiva, di attirare su Helsinki l'attenzione di molti nuovi visitatori e di accrescere l'offerta artistica, in proporzione ai costi. Chi critica il progetto, d'altra parte, mette in rilievo parecchi punti deboli e pone problemi in termini di democraticità delle decisioni, di conti economici, di aspettative sui contenuti, di aspetti urbanistici e di mancanza di alternative nella discussione.
Democrazia
Il caso del Guggenheim di Helsinki incarna un processo decisionale poco democratico di vecchio tipo, in cui la proposta, nel corso dell'elaborazione, è rimasta riservata ed è stata pubblicata solo nella forma definitiva, sulla quale si chiede di decidere se "prendere o lasciare". L'elaborazione da parte del Comune è stata condotta dal sindaco, che ha coinvolto solo pochi personaggi essenziali, lasciando da parte la consueta consultazione dei funzionari e delle parti politiche, per non parlare delle opinioni della società civile. Quando infine la proposta è stata resa pubblica c'è stata l'impressione che non ci fosse più alcuno spazio per trattare né la possibilità di discutere delle alternative. Il momento entro il quale compiere la scelta è stato fissato fin dall'inizio in termini molto stretti, con lo scopo di ottenere una decisione del Consiglio comunale in poche settimane, il che in generale va contro il processo decisionale democratico in materia di investimenti importanti. Dopo un'accalorata discussione il momento della decisione è stato posposto alla fine di marzo. Dopo la prima fase di commenti a caldo, anche il pubblico ha iniziato a configurare delle alternative, come uno spazio culturale gestito da Helsinki che gestisca la propria attività in collaborazione con varie realtà di livello mondiale e non solo con una. Queste proposte si avvicinano al problema centrale: definire con chiarezza gli obiettivi e riflettere con attenzione se il tipo di investimento rappresentato dal Guggenheim sia uno strumento utile per raggiungerli, o magari pensare ad aggiustamenti del progetto oppure alla possibilità di alternative migliori. Una quantità di idee è stata presentata nel corso di uno dei più animati dibattiti culturali di sempre; ma nessuno ha avuto il compito di metterle a confronto. La società civile esiste ed è attiva, ma il processo decisionale del Guggenheim Helsinki è ben lontano dall'idea di progettazione collettiva e del valore della partecipazione civica.
Economia
Il rapporto afferma acriticamente che istituire il Guggenheim Helsinki è "un grande affare", il che è fuori di dubbio. Lo studio è un esempio d'accademia di come presentare costi e benefici in modo tendenziosamente confuso. La previsione di entrate per lo Stato per 0,7 milioni di euro l'anno, fondata sul gettito delle imposte indirette derivante dalla spesa dei nuovi turisti in uno "scenario medio di visitatori" è calcolata esclusivamente sulla base dei costi di gestione annui del museo, stimati a 6,8 milioni di euro. I costi molto rilevanti riguardanti la costruzione e la gestione di un imponente edificio di 12.000 metri quadrati non sono inclusi nel conto. In altri termini lo studio è coerente solo nell'esporre i costi dell'uso del marchio Guggenheim e della sua localizzazione operativa a Helsinki. Se si aggiungono i costi di finanziamento del prestito di 140 milioni di euro, presumendo che il mutuo venga estinto in 20 anni con un tasso di interesse del 4 per cento, i costi di investimento ammontano a 9,8 milioni di euro l'anno. Inoltre i costi annui di gestione dell'edificio si possono stimare in 0,8 milioni di euro, l'imposta sulle proprietà immobiliari in 0,5 milioni di euro e i diritti di concessione della Fondazione Guggenheim in 1,2 milioni di euro. Quindi i costi annui reali per il Comune di Helsinki ammonterebbero a 19,1 milioni di euro. La relazione perciò gioca solo su un terzo dei costi reali per la collettività locale. Anche se la stima dei ricavi, fondata su una stima del numero di visitatori per anno, non si rivelasse fondamentale per i costi reali, tenendo conto degli investimenti, come si è visto, essa costituisce il centro del finto "affare" dello studio. Punto chiave sono i ricavi derivanti dal prezzo del biglietto moltiplicato per il numero dei visitatori. Lo "scenario medio" presume da 500.000 a 550.000 visitatori l'anno, il che, se la grande maggioranza dei visitatori è pagante, significa un ricavo dalla vendita dei biglietti di ingresso pari a 4,5 milioni di euro. Ma se la stima del numero dei visitatori può essere realistica in riferimento al Moderna Museet di Stoccolma (490.000 visitatori nel 2010) la stima dell'utile netto non tiene conto del fatto che quasi metà dei visitatori del Moderna Museet sono entrati gratis. Il Comune di Helsinki acquisirebbe la proprietà dell'edificio dopo la concessione ventennale del marchio Guggenheim e, naturalmente, potrebbe poi destinarlo a uso pubblico o sociale: dipende dall'architettura, che attualmente è un fattore sconosciuto. Tuttavia, se il progetto venisse approvato e il nuovo edificio venisse costruito in un luogo cruciale del cuore storico di Helsinki, la città ne trarrebbe un immenso vantaggio grazie all'innesco di occasioni di sviluppo edilizio intorno al porto, interamente di proprietà comunale. Lo scenario di una nuova fase edilizia nel contesto storico del Porto meridionale può in realtà costituire una ragione importante nel sostegno da parte del Comune al Guggenheim Helsinki. Il Guggenheim Helsinki in sostanza accollerebbe nuove spese al Comune, e in tempo di contrazione dei bilanci pubblici. Domanda ancora senza risposta è quale assessorato pagherebbe il conto. Per il Comune, il Guggenheim Helsinki sarebbe un'iniziativa culturale o un investimento per lo sviluppo economico? Aggiungere al bilancio della Cultura anche i costi di gestione senza operare seri tagli da qualche altra parte è pressoché impensabile, cosa che ha provocato fondate preoccupazioni tra altri operatori culturali che dipendono dai finanziamenti comunali.
Contenuti
Lo studio afferma ripetutamente di essere dedicato principalmente al programma di attività del nuovo museo, mentre l'architettura non viene esplicitamente presa in considerazione. Tuttavia la lettura delle 186 pagine non rivela una prospettiva certa né una visione forte del programma dei contenuti del Guggenheim Helsinki. Il museo in progetto viene definito "senza carattere di collezione" e descritto in termini di sale per mostre temporanee e di punto di riferimento locale. Il contenuto artistico si fonderebbe sulla condivisione di mostre della rete Guggenheim, con l'aggiunta di mostre prodotte a Helsinki in stretta collaborazione curatoriale con New York. Design e architettura sono citati come punti forti del Guggenheim Helsinki. Tuttavia lo studio dice poco del modo preciso in cui farebbero da riferimento alle manifestazioni e ai contenuti del museo. Si citano "forme innovative di presentazione" di architettura e design, in riferimento a nuove tecnologie e a simulazioni visive. Anche l'idea di mettere meglio a profitto il patrimonio del Modernismo finlandese compare più di una volta, con il corollario dell'esposizione dell'architettura e del design in un contesto artistico. Il ruolo della produzione artistica dell'area baltica e russa è lasciato nel vago.
Ubicazione e aspetti di sviluppo urbanistico
L'ubicazione del Guggenheim Helsinki è prevista in un'area di grande rilievo del Porto meridionale, quella della stazione marittima di Kanava, che chiude visivamente all'estremità l'Esplanade e la piazza del Mercato, uno dei principali spazi pubblici storici di Helsinki. Sul sito ci sono grandi discussioni. A parte la piazza storica, è caratterizzato dal magistrale edificio della Enso Gutzeit di Alvar Aalto (1959-62), dalla cattedrale ortodossa Uspensky (1862-68) e dal Palazzo presidenziale (1843). Mentre gli immediati dintorni sono centrali e carichi di simboli, oggi il sito in sé è caratterizzato da banali funzioni portuali, che ne sottovalutano la potenzialità di accogliere nuove funzioni urbane. Il processo di ridestinazione delle funzioni è stato comunque difficile. Risale al 2001 l'iniziativa di costruire sul sito un centro dedicato al design e all'architettura finlandesi, l'ARMI. Il concorso pubblico d'architettura fu vinto dal noto studio finlandese JKMM. Ma il progetto venne cancellato a causa dei finanziamenti insufficienti. Dopo di che il Comune invitò il miliardario norvegese Arthur Buchardt a costruire sul sito un "design hotel" di lusso. Buchardt affidò l'incarico allo studio Herzog & de Meuron, che nel 2008 presentò il progetto di un design hotel cruciforme in vetro. Dopo un tempestoso dibattito sul patrimonio culturale e sui valori simbolici, il Consiglio comunale deliberò di respingere il progetto. Nel caso del centro ARMI come in quello dell'albergo di lusso le opinioni del pubblico e dei professionisti misero in rilievo l'importanza di un'impostazione sensibile e attenta nei confronti del delicato ambiente storico, che conducesse a concetti spaziali tradizionali, a volumi costruiti bassi, a materiali non invasivi e a un'illuminazione ridotta. L'audace proposta di Herzog & de Meuron non rispondeva a questi requisiti. Quanto si adattino al Guggenheim (oppure quanto il Guggenheim sia in grado di cambiare le regole) resta da vedere. Il sito della stazione marittima di Kanava è per molti aspetti cruciale in vista di una più ampia ristrutturazione dell'intero Porto meridionale. Nel 2011 il Comune organizzò un concorso di urbanistica sull'area ampia del Porto. I risultati del concorso Kirjava Satama non sono stati ancora pubblicati, ma il progetto del Guggenheim faceva indirettamente parte del brief, che richiedeva un'ubicazione e un'idea volumetrica per una istituzione culturale di notevoli dimensioni. Mentre nel Porto meridionale c'è la possibilità di nuove edificazioni e la prossimità del centro cittadino e dei flussi turistici costituisce un evidente vantaggio, molte altre zone di Helsinki offrirebbero campo molto più libero a una nuova istituzione culturale. Negli ex porti di Jätkäsaari e Kalasatama, da riconvertire a nuove funzioni nel prossimo futuro, il Guggenheim Helsinki o un'altra importante istituzione culturale potrebbero diventare un concreto innesco di rigenerazione urbanistica. L'architettura potrebbe essere molto più sperimentale, mentre il progetto, in termini di valore dei terreni, porterebbe valore aggiunto al Comune e ad altri attori interessati in misura molto superiore rispetto al già ampiamente costruito centro cittadino. Ciò contribuirebbe anche alla sostenibilità economica del progetto. Se il Guggenheim fosse considerato una questione regionale l'ubicazione potrebbe essere considerata entro confini anche più vasti.
Alternative
Il dibattito ha fatto sorgere una domanda: che cos'altro Helsinki potrebbe ottenere con un investimento analogo in un'altra iniziativa di sviluppo economico orientata alla cultura? Mentre per lo più il dibattito si svolgeva intorno ai punti di forza e di debolezza della proposta della Fondazione Guggenheim, alcuni interventi hanno già proposto soluzioni alternative non in franchising: per la maggior parte altri importanti spazi di cultura che implicano la scelta di più attori e di più collaborazioni internazionali, non di un unico interlocutore dominante. Il punto centrale resta la prefigurazione dell'obiettivo che il Guggenheim Helsinki intende proporsi. Apparentemente gli scopi sono l'innalzamento del profilo internazionale di Helsinki e l'attrazione dell'attenzione internazionale, l'impulso all'incremento quantitativo dei visitatori, dei turisti, degli investimenti e degli abitanti a sostegno della condizione economica di Helsinki, nonché il miglioramento della visibilità pubblica dell'arte internazionale e l'agevolazione dello scambio delle idee in ambito culturale. Con un investimento di 130-140 milioni di euro più un costo di gestione annuo di 6,9 milioni di euro (cioè complessivamente di 19,1 milioni di euro l'anno) ci sono buoni motivi di chiedersi criticamente se il Guggenheim sia la risposta migliore oppure se altri generi di attività non possano raggiungere meglio lo scopo. Se Helsinki ha un motivo per essere famosa è l'innovazione fondata sull'agire in modo innovativo, in assenza di tradizioni vincolanti. Ciò implica processi che partono dal basso, aspirazioni individuali, libertà di sperimentazione e di risoluzione dei problemi. Per esempio l'iniziativa culturale ufficiale del 2011 è stato la Giornata del Ristorante, manifestazione popolare urbana. Un forte investimento sui contenuti e sul marchio in franchising del Guggenheim, in contrasto con questa tradizione, è una soluzione sbagliata. Non si può evitare di chiedersi se Helsinki in realtà non possa costituire una migliore attrattiva culturale in se stessa. Sampo Ruoppila, Panu Lehtovuori
Sampo Ruoppila, sociologo, è direttore di ricerca in Urbanistica presso l'Università di Turku, in Finlandia. Panu Lehtovuori, architetto, insegna Urbanistica alla Eesti Kunstiakademia di Tallinn, l'università estone dell'architettura, del design e delle arti visive.