Dopo le collaborazioni con American Express, SoftBank, Stella Artois, Prada e H&M, Wes Anderson torna alla pubblicità, stavolta con una campagna e un corto che celebra il centenario della penna stilografica Meisterstück di Montblanc e una collezione di accessori in pelle a tema. Tre alpinisti (lo stesso Anderson, affiancato dai suoi sodali Jason Schwartzman e Rupert Friend), che neanche a dirlo fissano in camera, arrivano con tantissime valigie (!) in un rifugio sulla vetta del Monte Bianco, che ispirò appunto la prima stilografica Montblanc, pensata “per il viaggiatore [o la viaggiatrice si chiedono?] avventuroso che vuole lasciare il suo segno”. I tre entrano svelti nel rifugio/libreria/writing room di Montblanc, facendo ironia su come cambi la temperatura sulle Alpi in pochi minuti, ma anche sul loro presunto brief per la campagna pubblicitaria, che ha ben due slogan – cosa notoriamente da evitare nel campo. Ma, giustamente, Anderson se ne frega. Il rifugio diventa uno spaccato teatrale, i cui spazi stilizzati, eppure vibranti, animati dagli attori, rappresentano lo spirito di Montblanc.
Anderson ha sorpreso Montblanc annunciando agli esecutivi una sua stessa penna, che aveva fatto assemblare dal suo team di scenografi ed è poi stata inclusa nel corto: la Schreiberling, che sta per “scribacchino” in tedesco. Una piccola penna con tonalità più chiare ed acide di verde rispetto alla collezione Meisterstück, e ha l’ultima parte gialla, come i pavimenti della baita. Una piccola penna irresistibile, che per qualche motivo evoca l’altrettanto piccolo lapis che Hans Castorp chiede a Clavdia Cauchat ne La montagna incantata di Thomas Mann. Anche se Friend sostiene subito di preferire la classica Meisterstück (che in tedesco significa “capolavoro”), Montblanc ha accettato di produrre 1.969 esemplari di questa piccola penna stilografica verde che commemora l’anno di nascita di Anderson, il 1969. Infine, i tre salgono nella sala di scrittura con le loro penne. Schwartzman scriverà una lettera a sua madre, Friend il suo diario, e Anderson un assurdo romanzo ambientato durante il feudalesimo, ha già – o solo – scritto la prima frase e teme di averla copiata da qualche altro libro.
La scrittura a mano, oggi più che mai, è un atto psico-magico, un piccolo rito intimo dal valore inestimabile. Nel celebrare la Meisterstück, Montblanc, oltre alla qualità artigianale – la stessa che rende possibili i film di Anderson – vuole celebrare il “suo ruolo di strumento per creare nuove realtà, lasciare un segno nella storia e dare vita alle idee”. E se scrivere a mano è appunto un rito, farlo con una stilografica – che obbliga la mano e la mente a una postura ben definita – non può che renderlo ancor più potente e al tempo stesso leggero, qualità che richiede il pensiero per qualsiasi invenzione.