Sull’header del sito del Center for Humane Technology, campeggia un’epigrafe inquietante quanto celebre, la frase del sociobiologo Edward O. Wilson: “Il vero problema dell’umanità è il seguente: abbiamo emozioni paleolitiche, istituzioni medievali e tecnologia divina”. I co-fondatori del centro, Tristan Harris and Aza Raskin, protagonisti di “The Social Dilemma”, il documentario sui social che nel 2020 ha fatto il giro del mondo, nel loro talk “The A.I. Dilemma” ci pongono di fronte ad uno statement altrettanto inquietante: quelle del 2024 saranno “le ultime lezioni umane”. Gli esseri umani, sostengono, continueranno a essere parte del gioco, ma sarà chi avrà la maggiore potenza di calcolo ad aggiudicarsi la vittoria.
Il vero problema dell’umanità è il seguente: abbiamo emozioni paleolitiche, istituzioni medievali e tecnologia divina.
Edward O. Wilson
Potenza di calcolo e potenza di fuoco, in uno scenario dove internet sarà ed è ormai affollato da contenuti creati da chatBot, influencers generati con software di IA generativa “text to image” e deepfake di influenti figure politiche intente in chissà quale attività, tra essere arrestati, partire per un viaggio spirituale in India o indossare enormi piumini bianchi stile Balenciaga.
C’è ancora chi, tra gli umani, si rassicura ricordando che le GenAI “sono solo uno strumento”, chi si attacca al vecchio “possiamo pur sempre staccare la spina”, ma nel frattempo quello a cui stiamo assistendo è una corsa verso una gestione sempre più complessa della politica e del sociale, con conseguenze ignote e fuori controllo.
I negoziatori del Parlamento e del Consiglio Europeo hanno recentemente raggiunto un accordo nella stesura dell’“Artificial Intelligence Act”, un regolamento che “mira a garantire che i diritti fondamentali, la democrazia, lo stato di diritto e la sostenibilità ambientale siano protetti dall’IA ad alto rischio”, dando il via al lungo processo di votazioni e approvazioni, mentre negli Stati Uniti al momento le regolazioni sono principalmente auto-regolazioni e promesse, fatte in seguito all’incontro avvenuto in giugno alla Casa Bianca, tra Biden, Harris e le sette aziende invitate al tavolo: Amazon, Anthropic, Google, Inflection, Meta, Microsoft, and OpenAI.
Mentre l’impressione è quella di un apparato governativo troppo lento per fare i conti con la tecnologia (“istituzioni medievali e tecnologia divina”), il web si è riempito di reazioni, emozioni e creazioni, risposte “paleolitiche”, ma del tutto nostre e per questo estremamente originali: la specie umana dimostra ancora una volta il suo incredibile talento per l’adattamento, tra professionisti che si rinventano “ingegneri del prompt” a “sintografi” per non perdere il lavoro, professori che variano il loro programma di insegnamento, sostituendo le assegnazioni scritte con dibattiti etici “studenti vs. ChatGPT”, e artisti che cercano di riprendersi il controllo della loro arte, creando a loro volta il dataset di partenza delle GenAI, cosa che con Stable Diffusion è di fatto possibile.
Nel futuro strano e ignoto che ci aspetta, il dialogo e la cooperazione tra umani potrebbe essere la carta vincente, come è avvenuto con lo sciopero di attori e sceneggiatori hollywoodiani, durato ben 4 mesi e terminato a novembre, con l’ottenimento di una tutela della loro immagine e delle loro creazioni dall’impiego sregolato nei dataset di GenAI, oltre che a uno storico aumento dei salari minimi. Conoscere le tecnologie che abbiamo a disposizione è il primo passo verso l’adattamento, e anche qui oggi forniamo la nostra parte, con una galleria delle 10 realità digitali che hanno cambiato il 2023. Buona lettura.
Immagine di apertura: The Garden of Earthly Delights by Hieronymus Bosch in a GTA6 aesthetic, prompted on Midjourney V5.2