Stavamo aspettando Apple perché il 5G diventasse mainstream. L’iPhone 12 arriva in un mercato in cui l’altra faccia della medaglia, quella di Android, offre già una vasta gamma di dispositivi compatibili con il nuovo standard di rete veloce. Oramai da qualche anno infatti i maggiori marchi del settore, da Samsung e Huawei in giù, vendono versioni 5G dei loro telefoni, flagship e non solo, o addirittura hanno nuove lineup solo 5G, come per esempio sta facendo OnePlus. Si aspettava solo Apple, insomma, e sicuramente il primo iPhone 5G darà una spinta in avanti a questa tecnologia, di cui – prima delle recensioni a cascata sul nuovo telefono Apple – si è parlato soprattutto per presunti allarmi sulla salute o surreali tesi di complotti – del resto, chi non ha la memoria corta si ricorderà che succede con ogni nuova tecnologia, e soprattutto con quelle “invisibili”. È anche vero che le applicazioni pratiche nell’immediato del 5G su un telefono, a parte scaricare i wetransfer più velocemente, non reggono forse l’attesa quasi messianica che ha circondato negli ultimi anni il lancio delle nuove reti super veloci.
Hype del 5G a parte, cosa bolle in pentola per gli smartphone? Se ne parla di meno, ma i foldable vanno avanti (nell’articolo troverete presto la recensione del nuovo Razr 5G di Motorola). “Ogni volta che viene lanciato un nuovo design, con una nuova tecnologia, i consumatori lo percepiscono come rivoluzionario. Ma la cosa più importante è la lineup che segue, il dispositivo successivo, perché deve continuare ad attrarre i consumatori e soddisfare una migliore usabilità", ha spiegato a Domus Jun-yong Song, il designer che ha avuto un ruolo centrale nella progettazione dei dispositivi foldable di Samsung. Possiamo prevedere che finito l’effetto-wow, con i grandi lanci in successione di Motorola e Samsung, probabilmente se ne riparlerà quando anche loro diventeranno mainstream (Apple o meno). La seconda generazione, che si comincia a intravvedere, con il Fold2 di Samsung e il nuovo Motorola Razr, si presenta più matura, anche se resta poi nel circolo ristretto del numero limitato di aziende che hanno abbracciato questo particolarissimo fattore di forma nella prima ora – aggiungiamo Huawei all’elenco.
Mentre i foldable restano un sogno per il futuro, una indagine svolta da Hoda per il lancio del nuovo, solidissimo P Smart 2021 di Huawei, racconta le reali necessità degli utenti: per quasi metà degli italiani la durata della batteria è il primo criterio per la scelta dello smartphone. E dubitiamo che la situazione sia differente nel resto del mondo. Così, OnePlus e Oppo, entrambe sotto il cappello del gigante BKK Electronics, non hanno forse un foldable in catalogo, ma più prosaicamente puntano su interessanti nuove tecnologie a doppia batteria che permetteno la ricarica completa del telefono in meno di un’ora. Tornerà utile soprattutto quando finirà la pandemia, viene da pensare. Intanto però la paura di rimanere senza carica c’è e ha anche un nome, “nomofobia” – che abbrevia no-mobile, ovvero senza cellulare.
Quello degli smartphone è un mondo turbolento, un universo di decine di modelli spesso simili, in cui l’aspetto innovativo non ci lascia più a bocca aperta oramai da qualche anno. È finita forse l’epoca della magia, ma le trasformazioni non finiscono. All’orizzonte, se l’intuizione rispetto al MagSafe di Apple è giusta, possiamo aspettarci un futuro di telefoni in cui dopo il jack audio sparirà anche la porta di ricarica. E sempre più realtà aumentata, grazie all’integrazione dei sensori LiDAR nelle fotocamere, che la rendono più affidabile e spalancano la via all’arrivo di occhiali smart per il mondo consumer, supportati stavolta da un ecosistema di applicazioni che gli permetta di non fare la fine dei compianti Google Glass.
Aggiunti recentemente: Huawei Mate 40, Xiaomi Mi 10T Lite, Motorola RAZR 5G.
Tutte le recensioni sono basate su sample concessi in prova dai relativi brand. Un ringraziamento agli uffici stampa e ai pr per la disponibilità.