Il tema principale del secondo numero di Domus curato da David Chipperfield è l’edilizia residenziale, descritta nel suo editoriale come “fondamentale per la struttura sociale di ogni ambiente urbano”. L’architetto afferma inoltre che “solo se affrontiamo seriamente la questione degli alloggi – e in particolare degli alloggi popolari – possiamo iniziare a misurarci con la doppia crisi della disuguaglianza sociale e ambientale”.
In Agenda, Lynsey Hanley e Paolo Berdini scrivono rispettivamente sui casi della Gran Bretagna e dell’Italia, descrivendo i cambiamenti nelle abitazioni a basso costo. David Chipperfiled incontra nel suo studio l’architetto svizzero Peter Märkli per discutere del ruolo dell’architetto, mentre Amin Taha, fondatore dello studio cooperativo Groupwork di Londra, presenta i progetti di Aires Mateus, Ensamble Studio e Christian Kerez. Il grande progetto del mese è il Lin’an History Museum di Amateur Architecture Studio in Cina.
La sezione Design e Arte presenta la sedia più duratura e inteligente mai progettata: la Thonet, analizzata da Jasper Morrison e Francesca Picchi. L’opera di Tobias Zielony registra l’ambiente fisico e sociale de Le Vele di Scampia.
Ambra Fabi e Giovanni Piovene riflettono sulle alterne fortune dell’ornamento in architettura nella sezione Riflessioni e la senatrice Katrin Lompscher spiega le politiche urbane per garantire la fornitura di alloggi a prezzi accessibili a Berlino.