Se la precedente Biennale è stata il luogo dello spazio libero – libera soprattutto l’interpretazione di questa parola, tradotta spesso nell’esaltazione formale del mestiere dell’architetto – il 2020 propone una svolta. Per Paolo Baratta, presidente della Biennale, è importante domandarsi come l’architettura possa aiutare l’umanità a vivere insieme, con esempi tangibili che coinvolgano tutti gli attori della società. Per dare una risposta è stato chiamato l’architetto Hashim Sarkis, ricercatore e preside della Scuola di Architettura e Pianificazione del MIT e curatore della 17. Mostra Internazionale di Architettura.
How Will We Live Together? Hashim Sarkis svela il tema della Biennale di Architettura 2020
Ai partecipanti della prossima Biennale il curatore chiede di coinvolgere artisti, costruttori, artigiani, ma anche politici, giornalisti, sociologi e cittadini comuni per creare spazi realmente inclusivi.
View Article details
- Marianna Guernieri
- 17 luglio 2019
- Venezia
La Biennale prosegue un ciclo di appuntamenti fondamentali sulla reazione del mondo progettuale – spesso accusato di essere dissociato e alienato – ai problemi del nostro tempo: prima IABR, la Biennale di Architettura di Rotterdam, che per rispondere all’emergenza ambientale è partita da un confronto operativo con tutti gli attori dello sviluppo urbano: dalle imprese immobiliari ai politici, fino ai comitati di quartiere (IABR proseguirà con le stesse tematiche anche nel 2020). A questa è seguita Broken Nature alla Triennale di Milano, momento divulgativo e di studio sullo stato dell’arte delle risposte creative al nostro rapporto con la natura (spezzato).
Sono cinque i punti con cui Sarkis espone la sua dichiarazione di intenti per la prossima Biennale di Architettura, intitolata “How we will live together?”. Accertato che il nostro è un tempo di forti polarizzazioni politiche ed economiche con disuguaglianze ed esclusioni che vanno superate anche a partire dai luoghi fisici, agli architetti è chiesto di proporre un nuovo “contratto spaziale” dove si possa vivere “generosamente insieme”. Ma chi sono gli attori di questo vivere insieme? Farkis si rivolge a quegli esseri umani che, malgrado l’individualità crescente, desiderino connettersi tra loro e con le altre specie nello spazio “reale e digitale”. Alle famiglie in cerca di spazi più diversificati e dignitosi e alle comunità emergenti che “che esigono equità, inclusione e identità spaziale”. Il curatore esorta gli architetti partecipanti a coinvolgere “artisti, costruttori, artigiani, ma anche politici, giornalisti, sociologi e cittadini comuni”. Il perimetro trascende i confini politici per immaginare nuove geografie associative, dove un’azione globale è necessaria per affrontare le crisi planetaria. Dunque, si scende in campo.
- 17. Mostra Internazionale di Architettura
- Hashim Sarkis
- dal 23 maggio al 29 novembre 2020
- Venezia Giardini e Arsenale