È stato presentato nei giorni scorsi presso la sede storica di via Brera 28 il progetto di ampliamento dell’Accademia di Belle Arti allo scalo Farini, elaborato da un gruppo di ricerca del Politecnico di Milano.

Uno snodo fondamentale nell’iter di una vicenda annosa che pare dunque giunta alla svolta decisiva. Tanto che, secondo il direttore della suola braidense Giovanni Iovane, l’anno scolastico 2019/2020 potrebbe già vedere il nuovo Campus delle Arti in funzione.

Una volta inaugurati, i nuovi spazi sono destinati a ospitare i circa 1.500 studenti di “Progettazione artistica per le imprese e nuove tecnologie” attualmente dislocati in viale Marche (la cosiddetta Brera 2) e, un domani, anche quelli della scuola di “Restauro” attualmente di stanza ad Arcore, in provincia di Monza. A pieno regime, spiega ancora il direttore, il Campus Farini – 15mila metri quadrati – ospiterà poco meno di duemila studenti sul totale di quasi cinquemila iscritti, una foresteria e alloggi studenteschi.

Oltre a rappresentare una soluzione alle esigenze logistiche e didattiche del più internazionale degli atenei italiani (il 33% degli studenti sono stranieri), il progetto assume una particolare rilevanza politica e sociale in quanto frutto della collaborazione tra due delle istituzioni fondanti delle cultura milanese. Ancor più se si considera l’importanza strategica che l’area dell’ex scalo Farini riveste nel rinnovamento urbano di Milano. Come sottolinea il responsabile scientifico e del progetto architettonico Luca Monica (Politecnico), l’impatto positivo della presenza degli studenti sulla riqualificazione di aree urbane depresse è dimostrato da innumerevoli esempi in Italia e all’estero.