Fig.1 "Artificial tears. Singularity & Humanness – A Speculation", veduta dell'installazione, MAK Exhibition Hall, Wien, 2017
Fig.2 "Artificial tears. Singularity & Humanness – A Speculation", veduta dell'installazione, MAK Exhibition Hall, Wien, 2017
Fig.3 "Artificial tears. Singularity & Humanness – A Speculation", veduta dell'installazione, MAK Exhibition Hall, Wien, 2017
Fig.4 "Artificial tears. Singularity & Humanness – A Speculation", veduta dell'installazione, MAK Exhibition Hall, Wien, 2017
Fig.5 "Artificial tears. Singularity & Humanness – A Speculation", veduta dell'installazione, MAK Exhibition Hall, Wien, 2017
Le opere esposte generano un ambiente cupo, con l’obiettivo di suscitare l’apprensione necessaria a stabilire un riorientamento del progresso. Il titolo della mostra vuole dire che ogni utopia rappresenta una speculazione, che il futuro deve ancora arrivare e che c’è ancora la possibilità di intervenire. Si pone la questione se noi esseri umani vogliamo sfuggire o meno alla crescente emarginazione digitale e se vogliamo combattere per la nostra libertà, come individui o società. In realtà questa è una lotta contro noi stessi: quando un’utopia fallisce dobbiamo sbloccare le potenzialità delle nostre distopie.
fino al 1 ottobre 2017
Artificial Tears. Singularity & Humanness – A Speculation
a cura di Marlies Wirth
MAK
Stubenring 5, Vienna