L’architettura, come la moda, è espressione fisica e concreta di un contesto storico, sociale e culturale, che viene rappresentato dagli spazi che abitiamo, come dai vestiti che indossiamo.
A volte critica e sprezzante nei confronti della moda, l’architettura ne è stata spesso affascinata: se Le Corbusier manifestò un’ostilità ben mascherata, affermando che in architettura lo stile non aveva più significato delle piume sul cappellino di una signora: “Graziose, ma non veramente importanti”, ad Adolf Loos, invece, il tema dell’abito era sempre piaciuto. E l’interesse degli architetti “sta proprio nell’associazione ambiente-abito” – sottolinea Alessandro Mendini in uno speciale Domus Moda nel 1985 – “da un lato – è il caso dei progetti di Michael Graves, Kazuhide Takahama, Gae Aulenti, Clino Castelli, Antonia Astori –, il negozio si rivela come il luogo ideale per la sperimentazione della propria metodologia, su un progetto a breve durata; dall’altro lato l’ordinamento rigoroso dei componenti allestitivi sembra rispondere ad un’interpretazione dell’ambiente, inteso come contenitore neutro di tipologie intercambiabili.”
Archivi Domus. Cuore e storia di Domus, gli Archivi sono legati in modo intrinseco alle vicende della rivista, custodiscono un ingente patrimonio documentario costituito da materiali di diversa provenienza e natura serviti negli anni per le pubblicazioni editoriali.