Tra i progetti Domus presenta The New Tate Modern a Londra di Herzog & de Meuron con un testo di Deyan Sudjic e l’allestimento della Feuerle Collection a Berlino di John Pawson e Realarchitektur Petra Petersson negli spazi di un bunker in calcestruzzo; l’edificio Lee per didattica e ricerca dell’ETH a Zurigo di Fawad Kazi e il piccolo padiglione di Steven Holl, dove dipinge i suoi acquerelli. Sette architetti esprimono la loro opinione sulla Biennale di Venezia.
Piero Lissoni racconta il suo approccio al design, mentre il lavoro di Eero Aarnio è approfondito nella mostra al Designmuseo di Helsinki.
L’arte è affrontata con un libro di Maurizio Nannucci che raccoglie tutte le edizioni e i multipli da lui creati dal 1967 a oggi e con la grande mostra di Mimmo Jodice “Attesa 1960–2016” interpretata da Pietro Montani.
La scuola di questo mese è la facoltà di Architettura dell’Università di Tokyo che con una didattica dagli orizzonti ampi che va oltre i tradizionali campi della progettazione ha portato ad affrontare le problematiche del territorio e a dedicare grande attenzione alla progettazione computazionale e parametrica. Il tema della città – sia quella storica sia quella contemporanea – è al centro dei corsi di Inès Lamunière all’École Polytechnique Fédérale di Losanna.
Infine un “assaggio” di Brasile con un testo di Kenneth Frampton su Roberto Burle Marx e il feedback su San Paolo di Angelo Bucci.
L’elzeviro di Francisco Martín Cabrero, “Abitare l’esilio”, mette in luce la condizione dell’esilio come la forma di ciò che la “città ideale” scaccia: i migranti, i senza rifugio, gli “altri”.