Zostera Marina, un’alga molto comune, è considerata una fastidiosa “spazzatura”. Carolin Pertsch ha deciso di usarla per dimostrare la possibilità di utilizzare materiale di scarto.
L’alga è legata ai ricordi d’infanzia. Gli odori, i rumori e le sensazioni mescolati con un po’ di desiderio.
Ma in realtà, la Zostera Marina è un vero e proprio fattore di disturbo: ogni anno migliaia di tonnellate di biomassa si depositano sulle spiagge della costa tedesca come uno sgradevole tappeto marrone. Con grande rabbia dei turisti. Coloro che costituiscono un importante fattore economico si aspettano spiagge pulite. Di conseguenza, il materiale naturale finisce nelle discariche di rifiuti speciali. Questo spreco di risorse deve essere ripensato.
La designer ha deciso di vedere se ci fosse un modo per utilizzare l’alga come materiale. Nel corso di sperimentazioni con questa biomassa ha trovato un nuovo eco-materiale. Infine, la eco-plastica composta con la fibra dell’alga e l’ausilio di una bio-resina prodotta principalmente da olio vegetale è stata realizzata. Il materiale è leggero e stabile allo stesso tempo ed evidenzia l’estetica naturale dell’alga. La consistenza del prodotto finito somiglia molto al sughero.
Classificando le diverse sfumature della fibra naturale, è possibile ottenere diversi colori del materiale. Non c’è modo migliore per proporre al pubblico nuovi materiali che con i mobili. I mobili hanno sempre bisogno di una interazione tra uomo e oggetto. Con il suo minimalismo, lo sgabello si concentra sul nuovo materiale ecologico. Inoltre, la seduta con uno spessore di un solo centimetro dimostra la stabilità del materiale.
L’idea era quella di creare un innocuo sgabello che chiarisca la possibilità di utilizzare materiale di scarto. Accanto alla creazione di nuovi materiali ecologici, un altro obiettivo di queste sperimentazioni è stato quello di aprire gli occhi delle persone per pensare in maniera diversa per i materiali del futuro. Gli sgabelli sono semplici, ma evidenziano come i materiali di scarto possono essere trasformati in qualcosa di utile e sorprendentemente attraente.