Il progetto, che comprende libro, maschera, gruppo facebook, è una sorta di strumento interattivo sulla diversità visiva di Le Corbusier, Picasso, Rembrandt, de Koonig, Stella, Johns, Calder, Chagall, Hopper e Guercino.
“Diversamente dal gigante Polifemo che con un occhio solo nacque e fu cantato dal poeta cieco Omero, il ben noto architetto Le Corbusier – che nacque svizzero – perse un occhio quando aveva già trentun anni. La visione monoculare comporta in pratica una percezione dello spazio radicalmente diversa rispetto a quella corrente per gli umani. Una questione di qualche significato nel caso di qualcuno ritenuto il più importante architetto del secolo scorso.
Il 50mo della nuotata di Le Corbusier a la Roquebrune-Cap Martin (Francia) – nel corso della quale egli rese l’anima al Mar Mediterraneo nell’agosto del 1965, quando Pete Townshend dei WHO stava scrivendo My Generation – può essere una buona opportunità per riservare attenzione a questa storia.
1. La Maschera di Le Corbusier, strumento per la visione monoculare che ho disegnato con Veronica Citi per il progetto Gran Touristas al Padiglione Italia della Biennale di Venezia 2012, su gentile invito di Susanna Legrenzi e Stefano Mirti; essa è peraltro parte di un ampio lavoro collettivo denominato Gran Box.