Come gran parte del quartiere, questa centrale elettrica in disuso si caratterizza per la sua imponenza e per il dettagliato sistema decorativo in mattoni. Gli edifici che compongono il complesso esistente sono stati costruiti nel corso di vari periodi stilistici, sempre in muratura rossa, e si differeno per i particolari decorativi scelti.
Anche i nuovi elementi della costruzione sono in mattoni rossi, e aggiungono il loro strato di dettagli architettonici alla storia dell’edificio, raccontando il loro tempo, ma anche la funzione tecnologica specifica del volume.
Situati in un contesto storico e industriale importante, gli edifici fanno parte del tessuto quotidiano della città, ma anche di una parte importante della sua storia. “La vicinanza agli edifici storici ci ha fornito la nostra più grande sfida progettuale, chiedendoci di rispondere alle facciate in mattoni decorate in modo appropriato ma contemporaneo, evitando il pasticcio, e così il nostro progetto si è rivolto verso sottili movimenti dei mattoni”, spiegano gli architetti.
La scelta dei mattoni, apparentemente ovvia, non è stata facile. “È difficile fare un bell’edificio in laterizio quando è costruito accanto a uno storico, con il cui livello di dettaglio è impossibile fare i conti, quando si deve interpretare piuttosto che copiare. In questo caso era necessario consentire a ogni frammento di mantenere il proprio vocabolario, dando loro la possibilità di parlare la stessa lingua.”
Gli edifici storicamente associati con la fornitura di energia elettrica sono stati visti come monumenti alla modernità e al progresso e ornati di conseguenza, progettati con un’attenzione architettonica non molto diversa da quella di altre importanti istituzioni, come il Municipio, il Palazzo di giustizia e la Chiesa. Oggi vediamo queste funzioni come banali, la prestazione di servizi è data per scontata e quindi vi è il desiderio di una rappresentazione formale più discreta.
“Abbiamo ritenuto che la muratura in laterizio potesse comunicare silenzio e discrezione, e che fosse allo stesso tempo in grado di trascendere lo spostamento di significato nel corso del tempo.”
Tietgensgade District Cooling Plant, Copenhagen, Danimarca
Tipologia: impianto di raffrescamento
Architetti: Gottlieb Paludan Architects
Collaboratori: COWI, MOE
Committente: HOFORA A/S
Area: 4.000 mq
Completamento: 2013