La prima di queste edizioni uniche viene affidata al fashion designer Cesare Fabbri, per la parte moda, e al designer Matteo Cibic per quella arredo-casa. Fabbri ha coniato una capsule di pezzi slegati dalla stagionalità. “Nelle mie borse i riferimenti di ispirazione sono elementi umili che poi sono elevati a qualcosa di prezioso. Nelle borse che ho ideato i tessuti sono tutti stati portati fuori”, racconta, “mentre la pelle è utilizzata nelle parti interne. La sporta della spesa in cartone, il domino, una memoria di paglia e scacchiere, le catene – che rimandano alla catena del tessuto, all’ordito – sono l’immaginario sul quale ho disegnato i tessuti che sono stati realizzati da Bonotto per questa collezione.
Nel progetto degli accessori tessili ho poi recuperato l’idea della stola, che conferisce alle donne un atteggiamento desueto ma che a me piace molto e che vale la pena di far rivivere anche nella donna contemporanea. Avevo in mente un recital della Callas dove lei canta tenendo una stola di raso. La sfida è vestire senza i vestiti. Ho giocato anche sul ribaltamento della percezione con una borsa che da lontano sembra realizzata in cartone, ma che invece è in un tessuto molto pesante studiato e realizzato appositamente: la quotidianità diventa design”.
Cibic è stato invece il creativo scelto per realizzare gli arredi proprio per quella sua capacità di miscelare codici e mondi differenti in modo atipico. “Il brief era creare mobili straordinari dalla personalità spiccata che utilizzassero materiali ricchi”, racconta Matteo. “La scelta dei materiali è stata in primo piano per creare un nuovo landscape di interni: velluti, ottoni, legni scuri. Le forme sono però semplici e lineari, con pattern geometrici, ottagonali.
La mia ricerca è partita dallo studio delle maglie metalliche, che ho declinato sui velluti, che hanno effetti molto cangianti, fino agli ottoni lavorati con satinature e incisioni, e poi li ho ampliati con un gioco di specchi che riflette e duplica questi effetti. La scelta tipologica ha guardato al passato, agli specchi magici che si vedono nei quadri di Vermeer, agli oggetti non più editati dai grossi marchi e che arrivano dalla storia del mobile italiano e francese. Qui sono reinterpretati in modo contemporaneo, come nel mobile con specchiere multiple”.
14–19 aprile 2015
Bonottoeditions
Via Durini 24, Milano