La poltroncina 36 h, pensata per terrazzi e giardini, è una sorta di "trono" in fili di plastica intrecciata, con uno schienale come un ventaglio; la poltrona a dondolo 56 h è invece una strana cavalcatura variopinta che promette, secondo Driade, di offrire "alla vita quotidian un sogno totalmente inedito".
Novembre sottolinea l'importanza del ricordo nella costruzione di questi due progetti che riescono a reinterpretare il sapore antico dei materiali di una volta unito a una manualità artigianale in una ricerca tutta contemporanea.
"Uno dei miei ricordi più antichi risale a quando mia nonna preparava la pasta fatta in casa. Noi bambini eravamo estasiati dal rituale che metteva in scena: la sapienza dell'impasto, il livellamento uniforme della massa, l'addomesticamento delle superfici. Gesti tramandati da generazioni, che sommavano pratica e fantasia, codici ed estemporaneità. Il mondo è molto diverso da allora, e pratica e fantasia sempre meno si riferiscono ad un solo attore. Io sono libero di vagare per gli sterminati campi della fantasia tirando ponti precari fra l'immaginabile ed il possibile, in un processo che ignora la variante temporale. Ma chi trasforma il mio pensiero in materia, attraverso abilità manuale e padronanza di gesti, usa il tempo come un valore aggiunto. Il nome di questi due oggetti della memoria, compagni d'avventura per scorribande di fantasia, è il dato temporale che ciascuno di essi richiede come pegno alle mani che lo prepareranno, in onore al loro lavoro e al valore che questi oggetti assumeranno per chi li possiederà." Fabio Novembre