Una mostra-evento per raccontare le contaminazioni tra arti visive, architettura, cinema, letteratura e non solo, avvenute a Torino dal 1995 a oggi.
È possibile utilizzare per una mostra d'arte il modello di consumo sostenibile a filiera corta noto come "chilometro zero"? La risposta è si se la mostra nasce per dimostrare che è possibile dar vita a un'esposizione di alto livello con un budget ridotto e attingendo esclusivamente alle risorse artistiche del proprio territorio di riferimento.
Ecco dunque nascere "KM011", la mostra-evento aperta a Torino presso il Museo Regionale di Scienze Naturali (fino al 10 aprile), un progetto ideato da Luca Beatrice e prodotto dalla Regione Piemonte che intende raccontare al pubblico le contaminazioni tra arti visive, architettura, cinema, letteratura, che hanno accompagnato la trasformazione di Torino dal 1995 a oggi, da città della grande industria a capitale della cultura contemporanea.
Questo percorso comincia negli anni Novanta: in uno dei decenni più difficili della sua storia, ma allo stesso tempo un momento particolarmente creativo e stimolante, Torino rafforza la propria identità di città laboratorio, incubatrice delle sperimentazioni, nucleo di attrazione per la cosiddetta "nuova classe creativa".
"KM011" si snoda in quattro filoni tematici, arti visive, architettura, cinema, letteratura, con l'aggiunta di due eventi speciali dedicati alla musica e alla moda.
La mostra comprende opere di pittura, arte concettuale, video, fotografia e tutti gli altri linguaggi contemporanei prodotti dal 1995 al 2011, in un percorso tra le tre ultime generazioni di artisti, oggi tra i 50 e i 20 anni circa. Il primo capitolo è incentrato sulla "rivoluzione figurativa", pittorica e fotografica, che prese il via già alla fine degli anni Ottanta per svilupparsi nel decennio successivo, protagonisti tra gli altri Daniele Galliano, Monica Carocci, Enrico De Paris, Bartolomeo Migliore e Sergio Cascavilla. Negli anni Novanta si afferma invece la sovrapposizione degli stili e dei linguaggi, le opere risentono dell'ambientazione metropolitana, dell'intimismo domestico, della teoria dei non luoghi. Ulteriore sguardo è dedicato alle emergenze contemporanee, al materiale magmatico e "in fieri" che domina il presente, rivelando una straordinaria vivacità del panorama torinese. Significativa anche la presenza di "Street Artists".
La sezione della mostra dedicata all'architettura, curata da Barbara Brondi e Marco Rainò, presenta una rassegna di professionisti torinesi attivi dagli anni Novanta all'interno dei confini dell'area metropolitana, capaci di sviluppare progetti in altre città d'Italia e all'estero. Partendo dai progetti realizzati, è messo in mostra quel processo creativo che porta alla costruzione di uno spazio abitabile, in un inventario compreso tra la scala domestica e quella urbana.
La sezione cinema è rappresentata da un film inedito di Marco Ponti, Il cinema a Torino (è una lunga storia d'amore), montaggio di scene d'amore e passione dei film torinesi negli ultimi quindici anni. Baci, abbracci, corpi che si amano, che corrono dall'amata, che piangono per amore, che ridono, insomma, tutto ciò che è l'anima di una bella storia d'amore. Colonna sonora del film è The Power Of Love dei Motel Connection, cover del celebre singolo dei Frankie Goes To Hollywood.
A completamento del progetto "KM011" presso il Circolo dei Lettori di Torino di via Bogino 9, sono state organizzate serate a tema coordinate da Enrico Remmert e incentrate sulla straordinaria vitalità del panorama letterario torinese. L'ultimo appuntamento, martedì 15 marzo, alle ore 21, è dedicato a "Torino controluce", un incontro con scrittori torinesi che usano la città solo come sfondo indistinto. Tra gli ospiti: Marco Lazzarotto, Fabio Geda, Paolo Giordano, Andrea Bajani, Davide Longo.