Che cosa accomuna l'arte di Michelangelo con quella di Robert Mapplethorpe? Quale minimo comun denominatore ha reso possible l'esposizione delle opere dell'artista americano accanto al David? Per coloro che in questi mesi hanno visitato la Galleria dell'Accademia di Firenze la risposta è chiara. L'esposizione delle fotografie trae infatti la sua forza dalla ricerca dell'assolutezza formale, quella stessa assolutezza che ritroviamo nelle opere michelangiolesche. Lo stesso titolo della mostra, "Robert Mapplethorpe. La perfezione della forma", evidenzia la ricerca d'equilibrio e armonia che rappresenta il punto d'incontro tra l'artista americano e i grandi maestri del Rinascimento. Una ricerca presente in tutta l'esposizione, 111 pezzi in totale (tra i quali sono presenti anche opere di Michelangelo quali termine di paragone), il cui principale protagonista sembra essere il corpo umano, maschile e femminile. Non è così: nella sua continua ricerca di un equilibrio formale, il fotografo non ha mai trascurato gli elementi naturali. Il visitatore attento comprenderà subito che in tale ricerca Mapplethorpe ha conferito un ruolo essenziale alla luce e all'ombra, elementi che danno agli oggetti "una lucida collocazione nello spazio".
L'accostamento tra l'arte contemporanea del fotografo newyorkese e le opere del Rinascimento ospitate nei locali dell'Accademia ha trovato un forte riscontro nei giudizi della critica nazionale e internazionale e del pubblico. Per questo motivo la Direzione della Galleria dell'Accademia, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze hanno deciso di posticipare la chiusura della mostra al 10 gennaio 2010.