Tod’s No_Code Shelter, indagine alla radice delle cose

Indagare la complessità del presente andando alla radice delle cose e spogliandosi di ogni sovrastruttura. Di ogni codice. È quanto si propone di fare la mostra “No_Code Shelter: stories of contemporary life” ideata da Andrea Caputo per Tod’s in occasione della Design Week 2019. Lo Spazio Cavallerizze del Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci accoglie cinque abitazioni primitive reinterpretate nei materiali moderni. Cinque forme archetipe di rifugio che a loro volta ospitano, in video, le riflessioni dei loro progettisti sul tema dell’ibridazione e, in generale, sull’odierna società fluida nella quale i codici di stile consolidati stentano, al pari quelli interpretativi, a stare al passo con i tempi sincopati del lavoro e della stessa vita. 

Per dare forma e parole a “No_Code Shelter” Caputo ha scelto un pool di visionist d’eccezione nei campi della progettazione, dell’impresa, della creatività e della ricerca: l’art director giapponese Mai Ikuzawa fondatrice di Bow Wow International, Andrea Trimarchi e Simone Farresin fondatori di Formafantasma, il car designer americano Chris Bangle, l’illustratrice italiana Olimpia Zagnoli, l’imprenditore norvegese Petter Neby ideatore di Punkt, l’astronauta italiano Maurizio Cheli, il maestro del design Marcello Gandini progettista di auto leggendarie come la Lamborghini Countach e la Lancia Stratos; ultimo ma non ultimo il designer coreano Yong Bae Seok papà della collezione Tod’s Shoeker (crasi tra shoe e sneaker) che, proprio in nome dell’incontro e dell’incrocio, fonde la tradizione di stile artigianale italiano all’informalità e alla ricerca sui materiali più performanti. Perché come afferma Simone Farresin di Formafanstasma nella sua riflessione video “niente è più contemporaneo dell’ibridazione”.