Che cosa è il design? Complicato rispondere. È difficile ridurre a un singolo significato una parola che comprende un progetto e le sue intenzioni. Qualunque cosa sia il design, farlo significa pensare che tutto dipende dall’intenzione con cui si fanno le cose, perché solo l’intenzione è in grado di ingannare la natura. Ecco dunque nell’essenza che cosa è il design: la sostituzione, grazie alla tecnica, di ciò che è naturale con ciò che è artificiale. La costruzione di macchine che risolvono problemi che spesso non avevamo ma che al tempo stesso sono in grado di fare uscire il Dio nascosto in noi stessi. Lo diceva molti anni fa Vilém Flusser, uno strano filosofo dalla Repubblica Ceca che aveva deciso di vivere in Brasile. Da dove tornò un giorno per morire in uno stupido incidente di auto, mentre tornava a vedere i suoi luoghi d’infanzia. Oggi tutti ne sono convinti. Oggi è chiaro che il design è il vero motore della nostra epoca e quindi, in altre parole, rappresenta l’ultima ideologia, che non a caso si afferma nel secolo in cui le ideologie svaniscono.
Oggi, quel design che questa settimana migliaia di persone celebrano venendo da tutto il mondo a Milano, è quel processo per cui si decide come raccogliere dati di chi usa gli oggetti, cercando di organizzarli, quindi dandogli un senso, come glielo darebbe chi ha fornito quei dati. Un compito impossibile, in cui il designer mette insieme quello che apprende e quello che sente, progettando per l’utente un mondo a propria immagine e somiglianza. Questo è il Salone del Mobile, una vera seconda natura in cui creativi e industrie organizzano un mondo più bello e più utile secondo loro. Per celebrare questo mondo, quest’aspirazione tipica dell’homo sapiens, che per Stalney Kubrick iniziava con una misteriosa lucida stele e per Omero con il Cavallo di Troia, Domus ha voluto creare un nuovo mezzo, questo che tenete in mano. Domuspaper racconta il futuro in 10 parole, affidandosi al design e alla propria capacità di creare una seconda natura. Un sogno che per Domus è realtà da 90 anni.
Modello di cartone illustrato di Michele Tranquillini