A quasi 99 anni Edgar Morin aveva aderito con entusiasmo all'invito di domusforum - the future of cities, tanto che pochi giorni dopo il primo contatto, in redazione era giunto, a tempo di record, il testo del suo intervento: Gouvernance urbaine, gouvernance rurale: les défis de notre ère planétaire, scritto a quattro mani con la moglie, la sociologa Sabah Abouessalam.
Purtroppo un impedimento della penultima ora impedirà a Edgar Morin di essere presente giovedì prossimo al Teatro Parenti per la seconda edizione di domusforum, ma il grande sociologo e filosofo francese ci tiene che il suo intervento faccia comunque parte del programma.
Un ampio brano del suo lavoro – che sarà presto pubblicato integralmente sui canali di Domus – verrà letto in sala dal direttore editoriale Walter Mariotti.
Eccone un assaggio, a cura della redazione:
Le città sono sempre dipese dalla campagna per l'alimentazione e la campagna è sempre più dipendente dalle città per il mercato.
I recenti sviluppi hanno cambiato e aumentato questa interdipendenza.
Oggi la città non dipende solo dalle campagne circostanti, ma importa prodotti stranieri o esotici, a volte trascurando la produzione nazionale.
Una nuova forma di imperialismo economico sta trasformando le campagne di molti paesi africani in una pertinenza delle nazioni ricche.
Ampie aree dell'Africa sono dedicate alla monocoltura estensiva e intensiva in favore delle città europee, americane, cinesi, saudite e coreane.
Questo processo non solo causa la crescita di molte città, creando sobborghi, ghetti e slum, ma crea anche nuove tipologie urbane: da un lato la megalopoli con una popolazione di oltre dieci milioni di abitanti, e dall'altro tessuti urbani e periurbani continui per centinaia di chilometri.
Se questa tendenza continua, i problemi urbani che stiamo già vivendo aumenteranno: urbanizzazione informale delle periferie delle grandi città del Sud; trasporti pubblici inadeguati; accesso sempre più difficile alla terra e agli alloggi; mancanza o precarietà dei servizi di base; povertà diffusa e violenza, lavoro precario, segregazione.
Quali alternative sono possibili per una migliore regolamentazione urbana? Come evitare la desertificazione umana delle campagne e la crescita incontrollata dell'agricoltura e dell'allevamento industriali, le cui conseguenze dannose si fanno già sentire?
Quando la stragrande maggioranza dell'umanità sarà urbanizzata, il problema della campagna che alimenta le città diventerà sempre più grave.
Tutto ciò significa che oggi non possiamo pensare a una politica urbana senza pensare a una politica rurale. L'una è intrinsecamente legata all'altra.