La casa unifamiliare è stata uno dei campi di sperimentazione più fertili per l’architettura del ‘900. Sono due edifici di questa tipologia a rappresentare al meglio le grandi correnti in cui viene convenzionalmente semplificata l’esperienza del Movimento Moderno. La Villa Savoye di Le Corbusier (Poissy, Francia, 1928-1931) è un risultato significativo dell’approccio più squisitamente razionalista. L’architettura moderna di stampo organico, invece, trova la sua realizzazione più pregnante nella Casa Kaufmann di Frank Lloyd Wright.
Secondo uno schema ricorrente, per la riuscita del progetto fu determinante l’incontro tra un committente colto e facoltoso e un architetto in grado di interpretarne al meglio le richieste. In questo caso Wright ricevette l’incarico da Edgar J. Kaufmann, proprietario di uno dei principali grandi magazzini di Pittsburgh dell’epoca. Nel 1935 Kaufmann gli commissionò la realizzazione della casa del weekend per la propria famiglia, da costruire in un ampio terreno di sua proprietà in località Mill Run, sulle montagne della Pennsylvania sudoccidentale.
L’eccezionalità della Casa Kaufmann risiede innanzitutto nel luogo in cui sorge. L’architettura, infatti, si sovrappone letteralmente a una piccola cascata formata dal torrente Bear Run, da cui la denominazione comunemente utilizzata di “Casa sulla cascata” (“Fallingwater” in inglese). La scelta di questo sito atipico, condivisa dal committente, diede a Wright l’opportunità di comporre un saggio virtuoso sulle potenzialità dell’architettura organica, portata qui alle sue estreme conseguenze.
L’edificio si costruisce come una composizione di setti verticali in pietra locale e di terrazze in calcestruzzo a vista, disposte sulla sponda del torrente e reciprocamente sfalsate. Diversi elementi contribuiscono a sottolineare la continuità tra sito naturale e architettura: la pianta libera di tutti i piani; l’utilizzo della stessa pavimentazione in pietra all’interno e all’esterno; le rocce del sito che emergono nel piano di calpestio della zona giorno e si addensano attorno al suo camino; le facciate interamente vetrate, dai tipici serramenti in color rosso Cherokee. Gli aggetti decisamente ampi sul corso d’acqua, la cui percezione è enfatizzata dall’altezza d’interpiano ridotta, sono un atto dimostrativo, una dichiarazione d’intenti della volontà di definire una totale compenetrazione tra natura e artificio.
Episodio per molti versi eccezionale, Casa Kaufmann s’inserisce al tempo stesso nella riflessione pluridecennale di Wright sulla casa americana, inquadrata nella sua più ampia ricerca di un’architettura propriamente statunitense. Così, le soluzioni volumetriche, stilistiche e materiche adottate per la residenza dei Kaufmann risuonano con quelle sperimentate nelle “prairie houses” (“case della prateria”) del primo ‘900 e nelle “usonian houses” (“case usoniane”) in fase di perfezionamento proprio nella seconda metà degli anni ’30.
Nell’anno del completamento di Casa Kaufmann, il 1939, viene dato alle stampe il fortunato volume An Organic Architecture. The Architecture of Democracy. Il testo, basato sulla trascrizione di quattro conferenze tenute da Wright a Londra nei mesi precedenti, è una delle presentazioni più complete e sistematiche dell’approccio organico all’architettura. L’edificio e la pubblicazione contribuirono in maniera significativa a rilanciare la popolarità della figura di Wright, all’epoca più che settantenne.
Casa Kaufmann è anche un esempio di architettura moderna particolarmente ben conservata nelle sue caratteristiche originarie – a differenza, ad esempio, della Villa Savoye. Nel 1963 i proprietari la donarono alla Western Pennsylvania Conservancy, completa della maggior parte degli arredi e delle opere d’arte che vi avevano nel frattempo accumulato, perché la trasformasse in un museo. L’apertura al pubblico ne garantì un utilizzo e una manutenzione costante, fino al restauro conservativo della seconda metà degli anni ’90, importante soprattutto per il rinforzo tramite post-tensionamento di molti elementi di calcestruzzo.
Per concludere, poche architetture del ‘900 possono eguagliare la fama e la quantità di riconoscimenti ottenuti da Casa Kaufmann. La villa entrò rapidamente a far parte dell’immaginario collettivo come icona di una modernità audace. Già nel 1937 il Time dedicò una copertina a Wright, fotografato con un disegno dell’edificio alle sue spalle. Famoso è anche l’episodio di Intrigo internazionale (1959) di Alfred Hitchcock che, di fronte al rifiuto dei Kaufmann di ospitare le riprese, fece riprodurre una versione rivista e corretta della loro villa negli studi della Metro-Goldwyn-Mayer. Nel 1991 Casa Kaufmann è stata premiata come la migliore opera architettonica americana di tutti i tempi dall’A.I.A. – American Institute of Architects. Dal 2019, infine, fa parte dei siti del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, insieme ad altri sette edifici di Wright.