Dove va il design? 5 progetti candidati al Compasso d’Oro lo raccontano bene

L’Adi Design Index è stato presentato a Milano, e 5 dei candidati raccontano un’innovazione non formale, tra la sfera digitale e la circolarità dei processi.

Storie dall’Adi Design Index 2024 Un divano modulare e componibile, completamente disassemblabile, garantisce la facile sostituzione dei componenti e la loro corretta gestione al termine della vita utile. I rivestimenti sono in PET riciclato e l’imbottitura dei cuscini mobili è in PET ottenuto da rifiuti plastici rimossi dal mare, rilavorati.
La categoria – l’arredo – è la più longeva e storicizzata, ma più che nella forma l’innovazione sta nel processo e nella sostenibilità del prodotto lungo il suo intero ciclo di vita.

Grumetto. Elena Salmistraro per We Do Living – Busnelli

Storie dall’Adi Design Index 2024 Ancora più longeva la categoria, ancora più contemporaneo il vero focus del progetto. Sono vasi “vivi”, ricavati da prodotti in pietra rimasti invenduti, che presentano coperture parziali o totali di licheni. L’intervento è limitato al minimo per ridurre il consumo di energia, costi di lavorazione e sfridi. Le coperture biologiche in superficie sono conservate, continueranno a modificarsi, continuando a fare da bioindicatori della qualità dell’aria.

Licheni. Rosaria Copeta e Stefania Galante per Ecade – Lo Studio Stp

Storie dall’Adi Design Index 2024 Un materiale alternativo alla pelle in cui convergono diverse filiere dell’innovazione, dal km zero alla riduzione degli scarti, al fossil free e al vegano: “un materiale tecnico leggero (in sardo lébiu) realizzato con gli scarti della lavorazione del tappo di sughero altrimenti destinati all’incenerimento, di cui conserva le caratteristiche di isolamento termico, antistaticità, impermeabilità, resistenza alle muffe. Usa diverse percentuali di sughero granulato micrometrico su ogni strato del composito finale”, modellabile e resistente, grazie all’alta percentuale di particelle di sughero e resine bio-based.

Corskin. Fabio Molina per Lebiu Design

Storie dall’Adi Design Index 2024 Il body scan ha fatto molta strada dagli anni 2000 dei “camerini virtuali”, oltre i 2010 del mondo smart fino ad un mondo contemporaneo postpandemico, virtualizzato e automatizzabile. Questo scanner tridimensionale istantaneo e non invasivo processa digitalmente l’anatomia umana “per valutare e controllare trattamenti, diagnosticare patologie, produrre dispositivi biomedicali personalizzati in particolare per l’ortopedia e la dermatologia”. L’interno è confortevole e semplice, e dall’esterno un sistema di LED RGB permettedi modificare la luce ambientale secondo il momento della giornata, la presenza di una persona nella cabina e la sua età, per rendere la procedura di diagnosi più confortevole.

Inbody. Lorenzo De Bartolomeis, Gabriele Diamanti, Filippo Poli – ddpstudio per Beyondshape

Storie dall’Adi Design Index 2024 Il modello di documento leggibile in orizzontale e in verticale “grazie all’architettura delle informazioni completamente ristrutturata e alla creazione di un sistema di collegamenti che permette di navigare liberamente nel documento” per aumentare l’efficacia dei documenti legali, a beneficio di magistrati e avvocati, o un modello di sito web per le Aziende Sanitarie Locali nato “in collaborazione con gli attori dell’ecosistema sanitario, progettato per migliorare l’accesso ai servizi e validato attraverso test di usabilità (…) assicurando conformità alle normative e agli standard europei”. Sicuramente più bilanciati su due grandi necessità dell’ecosistema pubblico italiano, i due progetti di servizio digitale prima ancora di valere come soluzioni ne sottolineano l’urgenza assoluta.

Modello Sito web informativo per le ASL. Tangible per Dip. Trasformazione digitale del Consiglio dei Ministri
Atto interattivo. Giorgio Ferrari, Niccolò Parini – quo·d per Wst – Studio associato servizi professionali integrati

L’invenzione del Compasso d’Oro nel 1954, da un’idea di Gio Ponti, ha automaticamente generato un’altra idea che prima non c’era, per quanto oggi la possiamo trovare ovunque: quella di premiare il design.
Quindi, oltre a formalizzare l’esistenza del design stesso come disciplina e come mondo, si è trattato di esplicitare cosa significasse “qualità” per i prodotti, di restituire le tendenze del contemporaneo, e a volte di indirizzarle. Durante il nuovo millennio, l’ADI Design Index, arrivato alla venticinquesima delle sue edizioni annuali, si è occupato di ampliare questo tipo di missione: ha costituito uno spazio di ricerca sul design di oggi che va al di là del Compasso come premio, mentre di fatto funziona come la sua anticamera.

Ogni anno esce infatti una nuova edizione, e ogni due edizioni si vanno a individuare tra i selezionati i vincitori del Compasso. Lungo il 2024, gli oltre cento specialisti dell’Osservatorio permanente del Design di ADI, coordinato da un comitato scientifico (Laura Badalucco, Makio Hasuike, Domenico Sturabotti, Laura Traldi e Francesco Zurlo) hanno selezionato 241 progetti tra prodotti e servizi, andando a coprire una diversità di categorie sempre più ampia, e sempre più aperta verso il non-tangibile, sia come tipologia di progetto sia come valore decisivo nel fare la differenza.

Philippe Starck per Kartell, A.I. Lounge. Courtesy Adi

Abbiamo voluto interrogare l’Index 2024 come ritratto in movimento del design oggi, e quello che ci restituisce è uno scenario dove le priorità cambiano, e quelle che fin qui erano sembrate poco più che buone intenzioni speranzose paiono prendere, pur gradualmente, piede anche nel mondo della produzione, nel mondo accessibile da un numero di utenti più vasto. Troviamo questo scenario nelle parole della giuria, che parla di un momento in cui è il processo ad avere la priorità rispetto alla forma – “l’innovazione c’è ma non si vede” – dove sostenibilità diventa più condizione di base imprescindibile per la produzione, che non label da incollare sulle confezioni.

Virgil Abloh per Alessi, Conversational Objects. Courtesy Adi

E lo troviamo anche e soprattutto nella distribuzione del grosso atlante dei progetti premiati tra le diverse categorie e i diversi temi. Tra queste, prendono sempre più spazio quelle di inserimento recente, che si allontanano di più dalla definizione classica di design come prodotto, se non direttamente come arredo. Sempre più spazio va a progetti che agiscono sulle pratiche, dalle posate pensate da Virgil Abloh per essere “allestite dai commensali” fino ai servizi digitali che facilitano l’accesso alle cause legali o ai servizi sanitari; al lavoro e alla sua messa in sicurezza per tutte le persone che coinvolge; alla circolarità e al ciclo di vita in prodotti formalmente consolidati come potrebbe essere un divano; alla biomimesi e alla progettazione biofilica, dalle componenti che danno alla ceramica il comportamento elastico delle piante fino agli oggetti d’arredo su cui abitano licheni; ad un’estensione del digitale che abbraccia la forma, come con le sedie AI di Starck per Kartell, ma soprattutto l’allargamento delle sue applicazioni, come con la traduzione di un ormai noto dispositivo quale il bodyscan da camerino virtuale al mondo della cura medica.

Senza alcuna pretesa di esaurire un mondo, abbiamo pretestuosamente scelto 5 progetti per raccontare 5 di queste storie di cambio di paradigma.

Immagine di apertura: Grumetto. Elena Salmistraro per We Do Living – Busnelli

Storie dall’Adi Design Index 2024 Grumetto. Elena Salmistraro per We Do Living – Busnelli

Un divano modulare e componibile, completamente disassemblabile, garantisce la facile sostituzione dei componenti e la loro corretta gestione al termine della vita utile. I rivestimenti sono in PET riciclato e l’imbottitura dei cuscini mobili è in PET ottenuto da rifiuti plastici rimossi dal mare, rilavorati.
La categoria – l’arredo – è la più longeva e storicizzata, ma più che nella forma l’innovazione sta nel processo e nella sostenibilità del prodotto lungo il suo intero ciclo di vita.

Storie dall’Adi Design Index 2024 Licheni. Rosaria Copeta e Stefania Galante per Ecade – Lo Studio Stp

Ancora più longeva la categoria, ancora più contemporaneo il vero focus del progetto. Sono vasi “vivi”, ricavati da prodotti in pietra rimasti invenduti, che presentano coperture parziali o totali di licheni. L’intervento è limitato al minimo per ridurre il consumo di energia, costi di lavorazione e sfridi. Le coperture biologiche in superficie sono conservate, continueranno a modificarsi, continuando a fare da bioindicatori della qualità dell’aria.

Storie dall’Adi Design Index 2024 Corskin. Fabio Molina per Lebiu Design

Un materiale alternativo alla pelle in cui convergono diverse filiere dell’innovazione, dal km zero alla riduzione degli scarti, al fossil free e al vegano: “un materiale tecnico leggero (in sardo lébiu) realizzato con gli scarti della lavorazione del tappo di sughero altrimenti destinati all’incenerimento, di cui conserva le caratteristiche di isolamento termico, antistaticità, impermeabilità, resistenza alle muffe. Usa diverse percentuali di sughero granulato micrometrico su ogni strato del composito finale”, modellabile e resistente, grazie all’alta percentuale di particelle di sughero e resine bio-based.

Storie dall’Adi Design Index 2024 Inbody. Lorenzo De Bartolomeis, Gabriele Diamanti, Filippo Poli – ddpstudio per Beyondshape

Il body scan ha fatto molta strada dagli anni 2000 dei “camerini virtuali”, oltre i 2010 del mondo smart fino ad un mondo contemporaneo postpandemico, virtualizzato e automatizzabile. Questo scanner tridimensionale istantaneo e non invasivo processa digitalmente l’anatomia umana “per valutare e controllare trattamenti, diagnosticare patologie, produrre dispositivi biomedicali personalizzati in particolare per l’ortopedia e la dermatologia”. L’interno è confortevole e semplice, e dall’esterno un sistema di LED RGB permettedi modificare la luce ambientale secondo il momento della giornata, la presenza di una persona nella cabina e la sua età, per rendere la procedura di diagnosi più confortevole.

Storie dall’Adi Design Index 2024 Modello Sito web informativo per le ASL. Tangible per Dip. Trasformazione digitale del Consiglio dei Ministri
Atto interattivo. Giorgio Ferrari, Niccolò Parini – quo·d per Wst – Studio associato servizi professionali integrati

Il modello di documento leggibile in orizzontale e in verticale “grazie all’architettura delle informazioni completamente ristrutturata e alla creazione di un sistema di collegamenti che permette di navigare liberamente nel documento” per aumentare l’efficacia dei documenti legali, a beneficio di magistrati e avvocati, o un modello di sito web per le Aziende Sanitarie Locali nato “in collaborazione con gli attori dell’ecosistema sanitario, progettato per migliorare l’accesso ai servizi e validato attraverso test di usabilità (…) assicurando conformità alle normative e agli standard europei”. Sicuramente più bilanciati su due grandi necessità dell’ecosistema pubblico italiano, i due progetti di servizio digitale prima ancora di valere come soluzioni ne sottolineano l’urgenza assoluta.