La casa estendibile di Marco Zanuso

Tra le case pensate dagli architetti per se stessi, su invito della rivista, un giovane architetto destinato a diventare una figura centrale del design moderno proponeva un’abitazione razionale ed espandibile.

Marco Zanuso è una figura che meglio di qualunque altra è capace di rappresentare l’osmosi tra architettura e design, la natura artificiosa delle barriere concettuali issate tra due “distinte disicpline” che altro non sono che modalità con cui l’essere umano pratica una stessa attività: la creazione di senso per il proprio habitat. Di formazione architetto, infatti, il futuro autore di oggetti leggendari come il telefono Grillo o i televisori Brionvega, nel 1942 era tra i progettisti invitati da Domus a proporre una loro casa ideale, manifesto del loro pensiero sull’abitare. Sul numero 176, nell’agosto di quell’anno, compariva la sua visione di un’abitazione dalle forme razionali, a tratti quasi astratte, capace di espandersi sfruttando la sua natura di scultura modulare.

Domus 176, agosto 1942

Quando costruirò la mia casa, andrò alla periferia delia città e cercherò un prato....

Un prato quadrato, cintato da mura sufficientemente alte, con qualche albero non molto grande. Là costruirò la casa per la mia compagna e per me. Una casa non grande, ma capace di diventarlo. Un nucleo, come la cellula, che possa ingrandirsi insieme alla famiglia; che possa seguire il divenire degli elementi di essa. La mia casa sarà bianca e trasparente: la vita si svolgerà in spazi ampi, luminosi; in spazi limitati, raccolti.

In tutti i punti si sentirà la continuità: nei piani verticali e orizzontali, nelle luci, nei colori. Nella mia casa potrò pensare e lavorare da solo nel luogo più raccolto; e accoglierò molti amici nel luogo più luminoso.

Domus 176, agosto 1942

Il nucleo
La pianta: È un rettangolo lungo tre volte la sua larghezza. In esso sono distinte le tre zone: soggiorno, notte, servizi. Le camere non esistono come ambienti limitati ma come spazi che si continuano senza soluzione in un susseguirsi di diverse dimensioni, colori, illuminazioni. Il tavolo dove si mangia, il divano, le poltrone, il tappeto rialzato dove si legge, si chiacchera, si soggiorna sono sistemati nella zona più ampia, più luminosa, più ricca di elementi, di colori.

La poltrona per il lavoro, il tavolo per il lavoro, le sistemazioni per il lavoro di guardaroba, sono in una zona più piccola, più raccolta, meno luminosa. Di qua gli spazi sono ancor più limitati nello spogliatoio dove è il letto mio e poi si ingrandiscono intorno al letto grande. Dietro questo, più raccolto, il luogo dove riposa il neonato. Le terrazze, disposte lungo il lato a tramontana e lungo il lato a mezzogiorno della casa (quest’ultime schermate da una parete in muratura) continuano la vita dell’interno verso l’esterno, nel prato.

Domus 176, agosto 1942

La sezione: La casa e costruita su un solo piano. La quota del piano di costruzione è 50 cm. più alta del livello. La zona dei servizi è a quota più alta: m. 1.25 sullo stesso livello.

Questo sfasamento, riportalo sulla copertura, permette l’illuminazione e l’areazione più conveniente dei locali di servizio e prevede la possibilità di un raddoppiamento degli stessi nel piano seminterrato.

La struttura: Alla struttura verticale, composta di muri in pietra, si ancora la copertura metallica, rigida, costruita a ponte: essa è determinata nella sua plastica dalla funzione dello scolo delle acque e dell’illuminazione della zona dei servizi. È una struttura a traliccio spaziale ricoperta con lastre di alluminio.

Nell’attacco della copertura alle strutture verticali, sui lati maggiori della costruzione è segnato l’incavo che raccoglie l’acqua convogliandola nei tubi di scarico. Nell’interno, il soffitto corre continuo ad una quota variabile, alzandosi nelle zone più ampie e abbassandosi dove gli elementi verticali determinano spazi più limitati. Le strutture a traliccio appaiono dove il soffitto corre più alto (soggiorno) e ad esse sono applicati gli apparecchi di illuminazione.

Domus 176, agosto 1942

I materiali: Le strutture verticali portanti sono in pietra calcarea bianca. Le pareti trasparenti, in cristallo parzialmente apribili; i pavimenti interni in legno.

L’ampliamento: Sul lato a mezzogiorno è previsto l’ampliamento che si realizza con il completamento del piano delle terrazze nelle dimensioni accennate dagli elementi preesistenti; con lo spostamento della parete di cristallo a sud, con la sostituzione della parete in muratura di schermo a ovest, con una eguale in cristallo.

Anche a est la nuova costruzione viene chiusa da una parete di cristallo. Nell’ampliamento, trovano posto due camere da letto con servizi, una camera per bambini con servizi di guardaroba e un ingrandimento del soggiorno. La copertura è simile a quella del nucleo.

Domus 176, agosto 1942

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