Il nostro archivio digitale raccoglie tutti i numeri di Domus dal 1928 a oggi: affiorano i caratteri e le idee dei maestri che hanno fatto la storia della cultura del progetto e si scoprono gli oggetti e le architetture che sono diventate icone della contemporaneità. Con Piero Fornasetti inauguriamo la nuova serie di articoli Scavando negli archivi, che permetterà a tutti di gettare uno sguardo all’interno. Disponibile per dieci giorni gratuitamente.
Scavando negli archivi #1
Navigando negli archivi digitali di Domus, tra gli oltre mille numeri che attraversano un secolo, si possono scoprire infinite storie. Non perdere il primo appuntamento con Piero Fornasetti. Gratuito online dal 24 novembre al 4 dicembre.
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- 24 novembre 2016
- Milano
“Domus è stata un’antologia di Fornasetti”: con queste parole Gio Ponti scrive dell’inesauribile creatività di Piero Fornasetti. Sin dagli anni Cinquanta, Domus pubblica le immagini di tessuti, mobili, paraventi, piatti di Piero, senza celare un divertito e ammirato piacere nel descrivere questi oggetti d’arte originali e ironici.
Su Domus 246 del 1950, a proposito di una nuova collezione di fazzoletti stampati, il lavoro artigianale di Fornasetti è paragonato a quello di un compositore che trae ispirazione per i suoi motivi dall’arte popolare e alla grafica ottocentesca, creando un peculiare modo di esprimersi, geniale e ludico.
Domus ha sempre tenuto gli occhi puntati sul lavoro di Piero, che andava diffondendosi in tutto il mondo: nel 1955, con la pubblicazione dei celebri piatti “variazioni sulla stessa faccia” (Domus 313, 1955) si sottolinea l’elevata tecnica artigiana che distingue i suoi prodotti ma anche l’intrinseco immancabile aspetto ludico della sua arte.
L’arte di Fornasetti è acutamente illustrata nel 1956: il gioco della stampa è un gioco pericoloso, e Piero è l’acrobata della composizione. I suoi oggetti non sono solo utili ma invogliano al gioco e alla ricomposizione continua: con le bellissime fotografie dei Fornasetti viene voglia di fare dei Fornasetti! Di seguito riportiamo il testo completo “Diciotto Fornasetti”, pubblicato su Domus 321 del 1956 a firma della redazione: Fotografie di Fornasetti. Viene la tentazione di fare, con le fotografie dei suoi oggetti, dei ‘fornasetti’: di comporle sulla pagina in uno dei tanti giochi di Fornasetti (ripetizione, ripetizione saltata, diritto, rovescio, bianco nero, pausa, sorpresa, ecc.). O anche di fare delle specie di solitaires allegorici con le foto di Fornasetti come carte. Forse anche Fornasetti, allestendo in casa sua le sue stanze di mostra, piene di Fornasetti, deve essere stato preso da questa ossessione di comporre dei ‘fornasetti’ coi ‘fornasetti’. Il gioco della stampa è un gioco pericoloso, come un gioco di specchi, che non finisce mai. Girando queste stanze piene di ‘fornasetti’ si ha anche un'altra impressione, altrettanto forte di quella della acrobatica ricchezza di immagini: ogni oggetto è estremamente ben finito, pulito, lucidato, ordinatamente appeso, allineato o infilato in una propria scatola, foderata di panno, rivestita di una seconda scatola, a sua volta stampata. Una precisione che non finisce mai. E che stupisce, al primo momento, poiché ci si aspetta che, in questo paese, le cose se sono piacevoli e fantastiche debbano essere al meno incompiute, vagamente imperfette, e con un vizio nascosto. Ma si capisce poi che questa perfezione finale appartiene invece allo stesso processo dellainvenzione e della esecuzione delle immagini, per Fornasetti; al meccanismo ordinatore e moltiplicatore della sua fantasia. Gli imitatori di Fornasetti ne sono ben lontani. Fornasetti del resto sta preparando loro delle nuove sorprese, con una forma nuova di stampa, più vicina alla pittura che al disegno, che ha già in corso.
Il giudizio di Ponti si fa ancora più esplicito sul finire degli anni Cinquanta, quando, con la collezione Fragments humains, Fornasetti gioca con il corpo umano in una serie infinita di combinazioni: in quest’occasione Ponti firma con orgoglio il contributo sull’artista che ha “disintegrato” l’uomo ed è diventato creatore di uno stile, imitato ma insuperabile.
Con l’articolo intitolato “Fornasetti disintegra l’uomo e la donna”, Ponti manifesta la sua aperta ammirazione per quello che ormai considera un maestro, (Domus 357, 1959). “Fornasetti è un maestro, il suo insegnamento tecnico ha fatto seguaci – non poteva essere altrimenti – ma al di là della sua tecnica d’eccezione egli è un maestro – non superato, penso non superabile – per la inesauribilità dei motivi con i quali piega questa sua tecnica, motivi incessantemente creativi, o di recuperi stilistici puntuali nel gusto, con questi piatti uomo, che formano divertimento chi si delizia di cose peregrine.”
Online dal 24 novembre al 4 dicembre 2016
Scavando negli archivi #1
Piero Fornasetti
Domus 246, maggio 1950
Domus 313, dicembre 1955
Domus 321, giugno 1956
Domus 357, agosto 1959