Luis Barragán: una casa introversa

Nel 1980, Domus presenta la Casa Gilardi, ultima opera di Luis Barragán a cui di recente era stato assegnato il Pritzker Prize. L'opera, insieme rigorosa e complessa nell'articolazione degli spazi, emana un senso profondo, quasi religioso, di raccoglimento.

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Pubblicato in origine su Domus611 / novembre 1980

Casa Introversa

Luis Barragán uno dei "grandi" dell'architettura ha prodotto ben poco, ma un poco inimitabile, solo suo. Alto, cortese, calmissimo, ma con negli occhi i lampi di una passione intensa. La casa in cui vive, da lui progettata, è, insieme, rigorosa e complessa, nell'articolazione degli spazi: emana un senso profondo, religioso quasi, di raccoglimento. Del suo lavoro, Barragán, come sempre non parla. Preferisce lasciare la teoria ai teorici, e l'esegesi agli esegeti. Quest'ultima opera (la casa di uno scapolo) è una casa introversa, una casa intorno a un patio e a un albero? Un fatto nel paesaggio? In cui conta la sensualità dei colori, il gioco delle luci? Certo, Barragán ama i colori e la luce, e li utilizza. Ma quanto ai risultati non ne parla. Gli spazi lo interessano più delle parole.

Anche qui, ha fatto dell'architettura, alla sua maniera, senza intenzioni o allusioni nascoste, senza citazioni, senza volute complessità. Ciò che voleva fare, e che ha fatto, è una "bella casa". Costruita su un terreno lungo e stretto, la casa oppone alla strada una facciata chiusa, quasi cieca. Si sviluppa su tre livelli, con una distribuzione degli spazi assai semplice. Al pianterreno, ingresso, servizi, garage e un lungo corridoio che porta a una sala da pranzo/piscina; al primo piano, un soggiore uno studio affacciati su una piccola terrazza, circondata da muri: al secondo piano, due camere con bagno; qui una porta stretta conduce alle terrazze che circondano il patio a strapiombo. Una pianta semplice e rigorosa, senza sorprese.
Luis Barragán, Casa Gilardi, Città del Messico. <em>Domus</em> 611 / novembre 1980; vista pagine interne
Luis Barragán, Casa Gilardi, Città del Messico. Domus 611 / novembre 1980; vista pagine interne
Lo stupore, l'incantesimo quasi, nascono dal magistrale uso di un linguaggio immutabile ma sempre rinnovato: i muri piani ortogonali che giocano con i dislivelli del suolo, creando inattese profondità di campo; i colori - in grandi campiture su superfici ruvide, per dare agli spazi quella straordinaria vibrazione luminosa. Il tutto con una economia di mezzi, una misura, un controllo, che sono rari nella architettura moderna.
Luis Barragán, Casa Gilardi, Città del Messico. <em>Domus</em> 611 / novembre 1980; vista pagine interne
Luis Barragán, Casa Gilardi, Città del Messico. Domus 611 / novembre 1980; vista pagine interne

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