Pubblicato in origine su Domus 531 / febbraio 1974
Nanda Vigo: la casa museo di Remo Brindisi a Spina
Questo è un fatto unico in Italia: una grande collezione, eterogenea, raccolta in 25 anni da un artista contemporaneo (Remo Brindisi). Sistemata in un "museo abitabile" abitato dall'artista stesso e da lui appositamente costruito (il progetto è di Nanda Vigo) e, quindi, generosamente donato allo Stato italiano. Remo Brindisi – che ha avuto il coraggio di imbarcarsi nella grande avventura, rara per un artista, di farsi collezionista – ha realizzato una raccolta di ben 1.800 opere che rappresenta, soprattutto, il suo gusto, le sue scelte: cioè gli amori di un uomo di questa epoca, per giunta artista.
Noi abbiamo visitato la casa-museo con Remo Brindisi, e gli abbiamo posto alcune domande, le domande che pensiamo tutti i visitatori pongano, di fronte a questa raccolta.
Domus: Con quale criterio ha scelto le opere d'arte?
: ho scelto cose che mi piacevano in particolare e a cui davo un valore culturale determinante, salvo per i giovani. Ma per tutto ciò che riguarda la pittura del primo Novecento è stata proprio una scelta; con Boccioni è stata una scelta mia particolare, con Balla, lo stesso; infatti di questi artisti ho più opere; Pollock l'ho capito come un grande rinnovatore, così pure Wols. Wols è introvabile in Italia; sono riuscito ad avere qualche cosa, con grande sacrificio, perché è un pittore introvabile, non è neanche nel nostro mercato; non si vede mai un'opera di Wols. Uno scultore che mi è sempre piaciuto, e che è stato anche un grande amico, era Giacometti, del quale ho tre opere: una giovanile e due dell'ultima maniera. Della collezione di mio padre ho solo un Medardo Rosso, molto bello, della fine dell'Ottocento (1879).
lo ho molto capito, anche perché eravamo molto vicini, Fontana, del quale ho anche un graffito su intonaco, di sei metri, acquistato ad un'asta giudiziaria di cui era apparsa la notizia sul Corriere della Sera per un mese e nessuno si era presentato. Tutti dicono di essere innamorati di Fontana o di essere dei mercanti, ma nessuno era presente a quest'asta giudiziaria importante. Era un'opera molto nota e non è stata neppure chiesta per la mostra storica di Fontana; è un'opera unica, non conosciuta, che si trovava nell'atrio di una fabbrica a Milano. Ho dovuto strappare questo intonaco, riportarlo su tela e dopo il restauro l'ho trasportato su un camion a Spina.
È un insieme armonico, di architettura moderna, quasi avveniristica, di arredamento moderno e di una collezione di opere tutte moderne, che vanno appunto dall'ultimo Ottocento al primo Novecento fino ad oggi; un insieme tanto da dare una dimensione del nostro tempo storico molto esatta; cioè non ci sono compromessi di altri stili, di altre epoche.
Le opere d'arte appese sui muri o in teche sono disposte secondo qualche criterio?
No. Sono state messe tutte insieme, per non creare appunto correnti, suddivisioni o false nobiltà; sono state messe con un concetto di spazio alla maniera dell'Ottocento, un po' una sull'altra; però stanno molto bene perché sono tutte di una stessa epoca, per cui è possibile vedere da Medardo Rosso fino ad oggi lo svolgimento dell'arte moderna. La raccolta delle opere d'arte contemporanea è costituita da pittura, scultura e grafica. Sono presenti opere che vanno da Modigliani, Picasso e De Chirico fino ai nostri giorni. Oltre le opere già menzionate si trovano nel museo anche opere di Archipenko, Moore, Hermitage, Dall, Arturo Martini, Ceroli, Toyoluku, Mascherini, Calò, Franchina, Greco, Cascella, Milani, Trubbiani, Schiavocampo, Paradiso, Minguzzi, Pomodoro, Cavalieri, Lèger, Mirò, Pollock, Poliakoff, Magnelli, Castellani, Turcato, Bonalumi, Papola, Boccioni, Mafai, Wols, Braque, Dubuffet, Boriani, Anceschi, Appel, Sutherland, Music, Martin ed altri.