Pubblicato in origine su Domus 729 / luglio 1991
Pininfarina: il percorso del progetto fra invenzione e ripetizione
Angelo Tito Anselmi esplora minuziosmnente da anni gli archivi della Pininfarina. Ne è nata una mostra metodologica che è una attenta ricognizione attorno alla evoluzione del prodotto industriale.
Se c'è un oggetto che ha saputo rappresentare compiutamente il progresso della tecnica e allo stesso tempo i miti, i sogni, le illusioni e le contraddizioni della modernità, questo è senza dubbio l'automobile. Nessun altro prodotto, neppure il televisore o il telefono, ha così bene simboleggiato "l'aggressività umana e il bisogno di errante isolamento... la mitologia dell'eroismo, della competitività e dell'eleganza ... così come quelli dell'efficienza e della tempestività" come è stato per l'automobile, divenuta "punta avanzata di quella precaria ideologia del progresso di un gruppo sociale legata alla fittezza della vegetazione del consumo" (V. Gregotti, 1978).
La prima cosa che si nota è il progressivo complessificarsi dei disegni. Fino agli anni '50, le tavole di progetto che arrivavano in officina erano pochissime. Un rilievo ortogonale quotato in scala 1:10, schematico quanto preciso, detto figurino tecnico, e una o più rappresentazioni 'realistiche' dell'automobile, cioè i figurini veri e propri. Attorno a questi disegni non solo si accendevano le discussioni del gruppo di lavoro, discussioni da cui scaturivano correzioni e varianti, ma, trattandosi quasi sempre di esemplari unici o piccole serie per clienti privati, servivano soprattutto per sedurre l'acquirente con un'impressione globale e accattivante di ciò che sarà la futura automobile.
Se c'è un oggetto che ha saputo rappresentare compiutamente il progresso della tecnica, i miti, i sogni, le illusioni e le contraddizioni della modernità, questo è senza dubbio l'automobile
Tutti i problemi tecnici venivano affrontati sul modello, attraverso un dialogo ininterrotto fra progettista ed esecutore che garantiva la costante verifica dei risultati ottenuti. Allo stesso modo erano affrontati gli interni e le finiture, ed ogni soluzione innovativa diventava così immediatamente ed automaticamente patrimonio collettivo e comune dell'intera 'cultura' dell'impresa.