Parallelamente alle esperienze artistiche con il gruppo futurista milanese, nel corso degli anni trenta Bruno Munari si era affermato come grafico pubblicitario e come illustratore nel settore dei periodici, adottando una posizione eclettica ma decisamente moderna. Quando nel 1937 era venuto meno il suo sodalizio con Ricas (entrato nell'Editoriale Domus), Munari aveva proseguito su un duplice binario, collaborando da una parte con la redazione dell'editore Bompiani, e dall'altra occupandosi come grafico della pubblicità delle aziende del gruppo Montecatini. Quindi, all'inizio del '39 Munari veniva ingaggiato in Mondadori come direttore artistico dei nuovi rotocalchi Grazia e Tempo, dove resterà in carica fino al settembre '43, quando gli eventi bellici faranno cessare ogni attività della casa editrice.
Sullo scorcio del decennio trenta, dunque, Munari aveva lasciato il campo dell'avanguardia come della grafica pubblicitaria per abbracciare le possibilità offerte dalla nascente industria culturale, in particolare nel settore editoriale; una mossa che poneva il designer/artista in una posizione non comune per l'epoca, e per certi versi anticipatrice di consolidamenti nel pa-norama professionale che avverranno solo negli anni cinquanta.
Era il 1944, anno difficile e cupo. Ma lo spirito di Munari sempre sereno, indomabile, ottimista. Collaborava a Domus che io dirigevo in 'triade' (…) Eravamo rimasti in pochi e Bruno era con noi. (…) Bruno, proprio all'inizio del '44, mi aveva proposto un'analisi dell'alternarsi degli stili nel tempo. Il grafico che uscì su Domus nel febbraio di quell'anno, indicava l'oscillare della linea dell'arte tra forme rigorosamente controllate – la Ragione – e altre fortemente involute – a Fantasia. In un alternarsi sempre più serrato si chiedeva: 'Come sarà il nuovo stile?'.
Sullo scorcio del decennio trenta, Munari aveva lasciato il campo dell’avanguardia come della grafica pubblicitaria per abbracciare le possibilità offerte dalla nascente industria culturale, in particolare nel settore editoriale
NOTE:
Carlo Pagani, in Beppe Finessi, Su Munari. 104 testimonianze, Abitare Segesta, Milano 2005 (pp. 172–173)