Design pneumatico

La messa a punto delle tecniche di termosaldatura dei tessuti plastici impermeabili portarono, negli anni '60, al proliferare delle applicazioni pneumatiche.

Pubblicato in origine su Domus 457/dicembre 1967


I mobili gonfiabili
L'uomo riuscì a volare per la prima volta appendendosi a un pallone. Per secoli aveva studiato e sperimentato complicate macchine volanti, meccanismi perfetti che a molti costarono una vita di studi, di osservazioni e la vita stessa. Poi la situazione si sbloccò: un involucro, dell'aria calda e su nel cielo. Con l'aria si era risolto un problema vecchio come il mondo. Oggi noi risolviamo molti dei nostri problemi con l'aria, basti pensare ai pneumatici delle automobili, e se ancora non esiste una vera e propria Scienza del Gonfiato, è evidente il nostro interesse per questa tecnica che va sempre più estendendosi contribuendo a modificare e a migliorare la nostra vita.
A sinistra: La poltrona Blow disegnata dagli architetti C. Scolari, P. Lomazzi, D. D'Urbino, J. De Pas e prodotta in serie da Zanotta di Lissone (Milano), in PVC trasparente e colorato; presentata al Salone del Mobile di Milano nel settembre 1967. A destra: poltrona gonfiabile sferica, disegnata dal gruppo inglese Incadinc e prodotta da Goods and Chattels di Londra, in PVC rosso, bianco, blu, porpora. (The Architectural Design, ottobre 1967).
A sinistra: La poltrona Blow disegnata dagli architetti C. Scolari, P. Lomazzi, D. D'Urbino, J. De Pas e prodotta in serie da Zanotta di Lissone (Milano), in PVC trasparente e colorato; presentata al Salone del Mobile di Milano nel settembre 1967. A destra: poltrona gonfiabile sferica, disegnata dal gruppo inglese Incadinc e prodotta da Goods and Chattels di Londra, in PVC rosso, bianco, blu, porpora. (The Architectural Design, ottobre 1967).
Anche in architettura e urbanistica gli studi e gli esempi di applicazioni pneumatiche non mancano di affascinarci con le loro suggestioni da fantascienza. Ora siamo arrivati all'arredo, ai mobili, attratti dalla possibilità di soluzioni effimere, che soddisfino la negazione dei significati che durano, contrapponendovi l'oggetto fatto di niente e solo per l'uso. Il problema era nell'aria. Se ne parlava genericamente tra i designer e si facevano proposte ai produttori, che non riuscivano a liberarsi dal complesso del palloncino e dello spillo. Poi, improvvisamente, le prime fotografie sulle grandi riviste non specializzate, i primi articoli e via via su tutta la stampa sino ai quotidiani: da "Life" a "II Giorno", ormai il gonfiato è di attualità e, come dice "Le Nouvel Observateur", l'opinione pubblica è contagiata da le virus de la pneumanie.
Sedile pneumatico prodotto dalla Unika Vaev di Copenaghen già nel 1962 su disegno di Verner Panton, il designer danese: è in PVC blu, tra- sparente, a diverse camere d'aria (Domus 408).
Sedile pneumatico prodotto dalla Unika Vaev di Copenaghen già nel 1962 su disegno di Verner Panton, il designer danese: è in PVC blu, tra- sparente, a diverse camere d'aria (Domus 408).
A New York non si perde l'occasione per il business e la Mass Art lncorporated già produce tutta una serie di arredi gonfiati in plastica: poltrone, cuscini e persino un materasso-Ietto a elementi modulari rapportato alla statura dell'utente. I colori sono vivaci sulla lucida trasparenza del vinile, la tecnica è quella della confezione, i laboratori ricordano quelli degli abiti di carta e anche in questo caso il fatto commerciale per lo sfruttamento della trovata è prevalente.
Anche in architettura e urbanistica gli studi e gli esempi di applicazioni pneumatiche non mancano di affascinarci con le loro suggestioni da fantascienza.
Poltrona gonfiabile di Bernard Quentin, designer a Parigi: grande e leggerissima. Quelle di Quentin sono le prime grandi poltrone pneumatiche (senza alcuna armatura), che si siano realizzate.
Poltrona gonfiabile di Bernard Quentin, designer a Parigi: grande e leggerissima. Quelle di Quentin sono le prime grandi poltrone pneumatiche (senza alcuna armatura), che si siano realizzate.
Non si riesce a superare la sensazione di lavorare per un mercato precario, si ha l'impressione che alle massicce ordinazioni di oggi seguiranno cali improvvisi e la necessità di cambiare tipo di produzione. Naturalmente tutto questo trova precise corrispondenze nel disegno dei modelli: guardandoli non ci si sente certo in presenza di un fenomeno che potrebbe rivoluzionare le nostre case, si pensa piuttosto a degli oggetti-giocattolo creati per divertire e stupire.
A sinistra: due sgabelli pneumatici colorati. A destra: un’altra realizzazione <i>pneu</i> di Quentln: una <i>accumulation</i> di forme pneumatiche esposta in giugno alla Galerie Givaudan a Parigi. Quentin terrà una mostra a Milano, alla Galleria Apollinaire, quest'inverno.
A sinistra: due sgabelli pneumatici colorati. A destra: un’altra realizzazione pneu di Quentln: una accumulation di forme pneumatiche esposta in giugno alla Galerie Givaudan a Parigi. Quentin terrà una mostra a Milano, alla Galleria Apollinaire, quest'inverno.
In Europa, dove non si è ancora giunti a una vera produzione di massa, i prototipi rivelano maggiori ambizioni e qualche interesse da parte dei maggiori gruppi industriali, ma anche qui è una palestra di invenzioni, di tentativi. La generalità di questi esempi può dare occasione alla facile critica di ciò che è estraneo a un procedimento di design, nè, d'altra parte, ci sembra il caso di tentare complicati recuperi di questi fenomeni, ricercandone una collocazione all'interno della nostra civiltà industriale. Preferiamo considerarli solo delle stimolanti anticipazioni... Sarà opportuno, piuttosto, sollecitare una coscienza del problema, denunciando ogni equivoco sugli obiettivi e sullo stato culturale che contribuisce a determinarli.
Di Walter Pichler, architetto e designer a Vienna, una scultura pneumatica trasparente (<i>Grosser Raum</i>, 1966) esposta entro una sfera pneumatica trasparente, nel parco di Kapfenberg, Austria, in primavera.
Di Walter Pichler, architetto e designer a Vienna, una scultura pneumatica trasparente (Grosser Raum, 1966) esposta entro una sfera pneumatica trasparente, nel parco di Kapfenberg, Austria, in primavera.
<i>Oyodon</i> (dal nome di un pesce del Nilo che esposto all'aria si gonfia enormemente) è un progetto di abitazione sperimentale pneumatica, ideato dagli architetti Jean Aubert, Jean-Paul Jungmann, Antonio Stinco di Parigi: un grande volume alveolare, con pareti doppie e nervature tubolari gonfiabili fino alla rigidezza, e con arredamento e attrezzature tutti pneumatici. Un volume leggero, trasportabile, gallegiante, e che si può sospendere con tiranti nel vuoto... Il progetto è stato esposto in luglio alla Ecole des Beaux Arts di Parigi.
Oyodon (dal nome di un pesce del Nilo che esposto all'aria si gonfia enormemente) è un progetto di abitazione sperimentale pneumatica, ideato dagli architetti Jean Aubert, Jean-Paul Jungmann, Antonio Stinco di Parigi: un grande volume alveolare, con pareti doppie e nervature tubolari gonfiabili fino alla rigidezza, e con arredamento e attrezzature tutti pneumatici. Un volume leggero, trasportabile, gallegiante, e che si può sospendere con tiranti nel vuoto... Il progetto è stato esposto in luglio alla Ecole des Beaux Arts di Parigi.
Del Gruppo Archigram di Londra l'idea di un contenitore a misura d'uomo, una specie di tuta spaziale pneumatica attrezzatissima, da cui si sprigiona, a comando, una capsula-ambiente pneumatica.
Del Gruppo Archigram di Londra l'idea di un contenitore a misura d'uomo, una specie di tuta spaziale pneumatica attrezzatissima, da cui si sprigiona, a comando, una capsula-ambiente pneumatica.
A sinistra: Struttura pneumatica di Jean Aubert, Jean-Paul Jungmann e Antonio Stinco a Parigi, 1967. A destra: sculture temporanee all’aperto in PVC colorato, alte da tre a otto metri, in un parco di Kapfenberg (Austria), disegnate da Hans Hollein, architetto.
A sinistra: Struttura pneumatica di Jean Aubert, Jean-Paul Jungmann e Antonio Stinco a Parigi, 1967. A destra: sculture temporanee all’aperto in PVC colorato, alte da tre a otto metri, in un parco di Kapfenberg (Austria), disegnate da Hans Hollein, architetto.
A destra: sedile in plastica trasparente gonfiata, disegnato da Piero Paletto, scenografo, per /I film <i>La decima vittima</i> di Elio Petri, 1966 (Domus 437).
A destra: sedile in plastica trasparente gonfiata, disegnato da Piero Paletto, scenografo, per /I film La decima vittima di Elio Petri, 1966 (Domus 437).
Poltrona in PVC trasparente (con parti rivestite a spruzzo), disegnata dagli architetti Jean Aubert, Jean-Paul Jungmann e Antonio Stinco di Parigi, per la serie di mobili gonfia- bili <i>AJS-Aerolande</i>. Prodotta da Plermag di La Charité-sur-Loire, la poltrona è composta di due pezzi indipendenti: un bracciolo-schienale (formato da due tubi) e un puff, legato con una cinghia a/lo schienale. (Qui la poltrona è fotografata alle Galeries Lafayette di Parigi, ottobre '67).
Poltrona in PVC trasparente (con parti rivestite a spruzzo), disegnata dagli architetti Jean Aubert, Jean-Paul Jungmann e Antonio Stinco di Parigi, per la serie di mobili gonfia- bili AJS-Aerolande. Prodotta da Plermag di La Charité-sur-Loire, la poltrona è composta di due pezzi indipendenti: un bracciolo-schienale (formato da due tubi) e un puff, legato con una cinghia a/lo schienale. (Qui la poltrona è fotografata alle Galeries Lafayette di Parigi, ottobre '67).
Divano in PVC trasparente.
Divano in PVC trasparente.

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