Charles Eames e la tecnica

In questo articolo di metà anni Cinquanta, Domus presentava ai suoi lettori il lavoro del designer e architetto statunitense, spiegando “quel senso di novità e freschezza“ che traspariva dalla sua opera.

Pubblicato in origine su Domus 256/marzo 1951


Ciò che ci interessa in Eames, più che le sue opere, tra cui la famosissima sedia in compensato e metallo, è il suo atteggiamento mentale verso i problemi compositivi. Questa maniera di sentire il lavoro dell'architetto è particolarmente d'attualità perché è un poco di tutti i giovani professionisti dell'ultima generazione.
È noto che il linguaggio dell'architettura moderna si formò su tre campi distinti, quello della libertà stilistica, quello della ingegneria tecnica e quello del riconoscimento del fondamentale valore umano dell'architettura. Sono ancora questi, i tre punti di partenza dai quali, secondo la propria naturale inclinazione, gli architetti cominciano i loro ragionamenti costruttivi. Nell' ispirazione di Charles Eames il posto predominante lo occupa la tecnica moderna: questa sconosciuta, così ricca e capace di soluzioni superiori, cosi perfezionata e complessa da parer quasi staccata in tante specifiche membra.
Alcuni mobili della serie di Herman Miller. Poltroncina in poliestere rinforzato con fibra di vetro, 1950. Sopra, Lounge Chair Wood, 1946
Alcuni mobili della serie di Herman Miller. Poltroncina in poliestere rinforzato con fibra di vetro, 1950. Sopra, Lounge Chair Wood, 1946
Come infatti spiegare che l'industria edilizia ignori i risultati o non adotti le soluzioni di altre industrie similari che hanno già risolto in maniera molto più pertinente ed efficace, problemi paralleli ai suoi, al di fuori da ogni preconcetto o preoccupazione tradizionale?
Si pensi ad esempio al grado di perfezione di alcune industrie come quella navale, automobilistica, aeronautica e, anche in campi apparentemente meno vicini, come quello delle materie plastiche o delle macchine chirurgiche, quali e quanti ostacoli siano stati superati e risolti: dall'assoluto sfruttamento dello spazio alla leggerezza, dalla produzione in serie alla assicurazione di ogni comfort. E mentre il loro travaglio è costante ed ininterrotto, e le loro attrezzature sono senza tregua migliorate, l'industria della costruzione è immobile nella sicurezza d'aver risolto da secoli tutti i propri problemi.
Per porre in giusta luce tutta l'opera di Eames e comprendere l'energia e la strabiliante novità delle sue realizzazioni, bisogna appunto ricordare che egli arriva all'architettura attraverso l'"industrial design".
Elemento caratteristico in questa famiglia di mobili di Eames è il paravento ondulato in compensato
Elemento caratteristico in questa famiglia di mobili di Eames è il paravento ondulato in compensato
Si sentì per la prima volta parlare di lui nel 1940, quando una sua seggiola in compesato curvato e metallo, disegnata in collaborazione con Eero Saarinen, vinse il primo premio al Museo d'Arte Moderna di New York. Il modello presentato, naturalmente, non poteva venire prodotto poichè non esisteva ne una industria, ne una tecnica adeguata. Come sempre gli artisti avevano precorso i procedimenti tecnici e ne segnavano la strada. La guerra interruppe la possibilità di importanti ricerche, ma Eames continuò, aiutato dalla moglie, i propri studi nella propria con mezzi rudimentali di cui poteva disporre, una pompa da bicicletta, un arnese casalingo, ecc. ecc.

Alla fine del conflitto però la tecnica di produzione era ormai a punto e di essa si interessa la Evans Products Company che dopo lo strepitoso successo del primo gruppo dei mobili di serie, presentato nel 1946 al Museo di Arte Moderna di New York, affidò la distribuzione dei mobili stessi a Herman Miller.
Il solo modello, con quello d’Aalto, che si distaccasse nettamente da quelli usciti dalla Bauhaus
Il tavolo, di varie dimensioni scalari sia rettangolare che rotondo e di forma leggerissima, ha gambe metalliche sottili, ripiegabili, con giunti in gomma
Il tavolo, di varie dimensioni scalari sia rettangolare che rotondo e di forma leggerissima, ha gambe metalliche sottili, ripiegabili, con giunti in gomma
Era cosi segnato definitivamente il successo del mobilio di Eames, forse anche particolarmente apprezzato, perchè é assolutamente nuovo; il solo, con quello d'Aalto, che si distaccasse nettamente dai modelli usciti dalla Bauhaus, che erano stati elaborati e migliorati ma dai quali pareva non ci si potesse allontanare.
Questo rinnovamento trova le proprie ragioni, grazie alla fantasia dell'artista, nei nuovi processi di produzione e nel pieno impiego della moderna tecnica. Eames si rende talmente conto di questo, che arriva nelle sue affermazioni polemiche, a rovesciare il processo compositivo e a pensare piuttosto alla tecnica come alla vera grande signora dell' architettura.
Sono certo che, se glielo si chiedesse, Eames proporrebbe per l'insegnamento dell'architettura, come veritieri testi i cataloghi delle industrie più avanzate.
Naturalmente se su un terreno teorico tutto questo è insostenibile, pure questa certezza da ad Eames, che ci crede, una grande vitalità ed una specie di sete di ricerca che non riconosce alcun limite alla propria indagine.
Un locale di esposizione e vendita della Herman Miller Furniture Company, disegnato da Charles Earnes (1949). Le forme sono semplicissime, affidandosi Eames solamente ad un disegno di parete e ad una esecuzione tecnica perfetta
Un locale di esposizione e vendita della Herman Miller Furniture Company, disegnato da Charles Earnes (1949). Le forme sono semplicissime, affidandosi Eames solamente ad un disegno di parete e ad una esecuzione tecnica perfetta
Da questo deriva quel grande senso di novità e di freschezza che esce da ogni sua opera. Si vedano, ad esempio, il locale di esposizione della Herman Miller Furniture Company e le sue due ultime case. una costruita come proprio studio, e abitazione, l'altra progettata in collaborazione con Eero Sarinen. La casa-studio che Eames si è costruita per se stesso, pubblicata ormai almeno due volte su tutte le riviste d'America, è una delle pochissime costruzioni dove la canonica tolleranza edilizia dei dieci centimetri, pare essersi ridotta nell'ordine dei millimetri, tanto tutto è tecnicamente preciso e ben rifinito. Non vi è, si può dire, uso tradizionale di un solo materiale, nulla che ricordi la rozza fatica del mestiere del muratore. L'idea fondamentale della Bauhaus, pare finalmente prendere corpo l'architettura del nostro secolo industriale si dimostra essere nient'altro che una parte dell'industrial design'. Carlo Santi
Studio e casa di Charles Eames. Questo edificio è stretto tra una alta fila d’alberi e la scarpata della collina che gli sale alle spalle. L’alto grado di perfezione tecnica lo fa parere una vera abitazione dalla nostra epoca industriale: nulla vi è che ricordi la rozza fatica del mestiere del muratore
Studio e casa di Charles Eames. Questo edificio è stretto tra una alta fila d’alberi e la scarpata della collina che gli sale alle spalle. L’alto grado di perfezione tecnica lo fa parere una vera abitazione dalla nostra epoca industriale: nulla vi è che ricordi la rozza fatica del mestiere del muratore

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