Ciò che ci interessa in Eames, più che le sue opere, tra cui la famosissima sedia in compensato e metallo, è il suo atteggiamento mentale verso i problemi compositivi. Questa maniera di sentire il lavoro dell'architetto è particolarmente d'attualità perché è un poco di tutti i giovani professionisti dell'ultima generazione.
È noto che il linguaggio dell'architettura moderna si formò su tre campi distinti, quello della libertà stilistica, quello della ingegneria tecnica e quello del riconoscimento del fondamentale valore umano dell'architettura. Sono ancora questi, i tre punti di partenza dai quali, secondo la propria naturale inclinazione, gli architetti cominciano i loro ragionamenti costruttivi. Nell' ispirazione di Charles Eames il posto predominante lo occupa la tecnica moderna: questa sconosciuta, così ricca e capace di soluzioni superiori, cosi perfezionata e complessa da parer quasi staccata in tante specifiche membra.
Si pensi ad esempio al grado di perfezione di alcune industrie come quella navale, automobilistica, aeronautica e, anche in campi apparentemente meno vicini, come quello delle materie plastiche o delle macchine chirurgiche, quali e quanti ostacoli siano stati superati e risolti: dall'assoluto sfruttamento dello spazio alla leggerezza, dalla produzione in serie alla assicurazione di ogni comfort. E mentre il loro travaglio è costante ed ininterrotto, e le loro attrezzature sono senza tregua migliorate, l'industria della costruzione è immobile nella sicurezza d'aver risolto da secoli tutti i propri problemi.
Per porre in giusta luce tutta l'opera di Eames e comprendere l'energia e la strabiliante novità delle sue realizzazioni, bisogna appunto ricordare che egli arriva all'architettura attraverso l'"industrial design".
Alla fine del conflitto però la tecnica di produzione era ormai a punto e di essa si interessa la Evans Products Company che dopo lo strepitoso successo del primo gruppo dei mobili di serie, presentato nel 1946 al Museo di Arte Moderna di New York, affidò la distribuzione dei mobili stessi a Herman Miller.
Il solo modello, con quello d’Aalto, che si distaccasse nettamente da quelli usciti dalla Bauhaus
Questo rinnovamento trova le proprie ragioni, grazie alla fantasia dell'artista, nei nuovi processi di produzione e nel pieno impiego della moderna tecnica. Eames si rende talmente conto di questo, che arriva nelle sue affermazioni polemiche, a rovesciare il processo compositivo e a pensare piuttosto alla tecnica come alla vera grande signora dell' architettura.
Sono certo che, se glielo si chiedesse, Eames proporrebbe per l'insegnamento dell'architettura, come veritieri testi i cataloghi delle industrie più avanzate.
Naturalmente se su un terreno teorico tutto questo è insostenibile, pure questa certezza da ad Eames, che ci crede, una grande vitalità ed una specie di sete di ricerca che non riconosce alcun limite alla propria indagine.