L’Egitto sta pianificando l’edificazione di una nuova e suntuosa capitale a 45 km a est del Cairo, su un territorio ancora completamente desertico. La città è il più grande di una serie di megaprogetti che il presidente Abdel Fattah al-Sisi afferma essere necessari per lo sviluppo economico del paese, prevedendo una popolazione in crescita di 105 milioni di persone.
Costruita su terreni vergini, la città è stata progettata come modello high-tech per il futuro dell’Egitto, lontano dal disordine e dal caos del Cairo. Il governo vuole che assorba parte della popolazione egiziana, che secondo le stime cresce dell’1,6% all’anno. Anche se il ritmo dei lavori sembra essere rallentato di recente, la prima fase della città comprende già una torre di 70 piani — la più alta in Africa — un teatro dell’opera con cinque sale, una mega moschea e la più grande cattedrale del Medio Oriente.
La scorsa primavera è persino entrato in funzione un treno elettrico proveniente dalla zona orientale del Cairo, mentre fino ad adesso sono state completate circa 100mila unità abitative mentre le famiglie ufficialmente trasferite sono 1.200.
Dal 1984 la popolazione del Cairo è cresciuta da circa 8 milioni a oltre 22 milioni di abitanti e questa quasi triplicazione della popolazione ha cambiato radicalmente gli equilibri del paese. A partire dal cibo.
Circa il 95% della popolazione egiziana vive nel raggio di 20 chilometri dal fiume Nilo e dal suo delta, facendo affidamento sulla sua terra fertile e sull’acqua. Con l’aumento della domanda domestica e agricola, è probabile che il Paese importi più acqua di quella fornita dal Nilo entro la fine di questo decennio, secondo una proiezione.
Per la nuova megalopoli, è previsto quindi un piano secondo cui un impianto vicino al sobborgo cairota di Maadi invierà 800.000 metri cubi al giorno della scarsa acqua del Nilo, a partire da due anni. Secondo le stime attuali, i due impianti consumeranno circa l’1% della quota egiziana di acqua del Nilo.