La ventinovesima edizione di Artissima, la fiera più sperimentale d’Italia dedicata all’arte contemporanea, apre le porte al pubblico dal 4 al 6 novembre e ospita, all’interno dell’Oval di Torino, 174 gallerie italiane ed estere provenienti da tutto il mondo, di cui 42 partecipano per la prima volta, testimoniando l’attrattività della fiera e il suo saper essere un catalizzatore di investimenti di mercato e interscambi in ambito artistico.
L’edizione 2022 segna senza dubbio un momento di passaggio. Innanzitutto le sette sezioni che costituiscono la fiera tornano ad essere in presenza e vantano numerosi stand monografici; non solo le quattro più consolidate – Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue e Art Spaces & Editions – ma anche tre sezioni curate da figure di rilievo nel panorama internazionale – Disegni, Present Future e Back to the Future (rispettivamente a cura di Anna Gritz e Balthazar Lovay, Sam Demircan e Maurin Dietrich e Irina Zucca Alessandrelli), le quali, lo scorso anno, erano online, su una piattaforma crossmediale dedicata.
In secondo luogo, è importante sottolineare il cambio di direzione dell’evento: dopo un lustro sotto la guida di Ilaria Bonacossa – ora direttrice del Museo Nazionale dell’Arte Digitale di Milano – Artissima da quest’anno è diretta da Luigi Fassi, precedentemente direttore del MAN Museo d’Arte Provincia di Nuoro e nel 2016 di “Curated_by Festival” a Vienna.
Come ha dichiarato Fassi a Domus, “la priorità, dopo due anni importanti per la fiera benché caratterizzati dai limiti del Covid, è stata rilanciare tutta la forza del network nazionale e internazionale della fiera, portando avanti l’identità di scouting e scoperta che l’ha resa un brand internazionale molto ricercato dalle gallerie, in particolare quelle di più giovane generazione. Il 2022 è stato per Artissima un anno di viaggi, di ricerche e di contatti ad ampio raggio a livello globale, dall’Europa all’America, dall’Africa all’Asia”. Una dichiarazione che lascia intuire come, dopo due anni più che complessi per le manifestazioni culturali, il mondo dell’arte contemporanea sia pronto a trovare nuovi punti di connessione.
Proprio l’insorgenza di esperienze trasformative è l’ispirazione centrale dell’edizione di questo’anno, spiega il direttore: “la filosofa contemporanea americana Laurie Ann Paul, nel suo libro Transformative Experience (2014), sostiene che le esperienze personalmente trasformative sono quelle che non possiamo in alcun modo anticipare o prefigurare razionalmente”. La filosofa Paul terrà una lecture il 5 novembre alla fiera, “un caso inedito per una fiera internazionale d’arte contemporanea”, sottolinea il curatore.
Sulla scia di questa trasformazione, all’interno della sede fisica della fiera si mantiene un approccio onlife, dove il digitale permane in qualità di “mediatore culturale”, accompagnando i visitatori attraverso la piattaforma Artissima Voice Over, un nuovo progetto in collaborazione con Lauretana di audio guide digitali accessibili tramite smartphone. È “come se Artissima fosse un museo, di cui si scoprono opere, storie e percorsi”, suggerisce Fassi. Un’altra importante novità è il progetto A Sud, nato per approfondire e sostenere alcune specificità culturali storiche di Artissima legate al sud del Paese e a cui partecipano la Fondazione Merz/Zac Centrale, la Fondazione Oelle e la Fondazione Paul Thorel.
Da ricordare, tra le collaborazioni con i numerosi partner, anche l’attenzione della Fiera verso i giovani artisti attraverso il JaguArt, il premio di Jaguar, così come la collaborazione con Juventus che quest’anno invita, per il consueto progetto per bambini, l’artista Giovanni Ozzola. Grazie al dialogo con laFondazione Torino Musei, così come con il Main Partner Intesa Sanpaolo e con i partner Gruppo UNA e illycaffè, con l’ormai storico Premio illy Present Future, la fiera si espande in città con tre progetti curati su invito e una mostra.
Oltre a un catalogo ricchissimo di opere in fiera, infatti, come di consueto la città propone un’agenda fittissima di appuntamenti stimolanti. “Negli anni la relazione tra Torino e l’arte contemporanea è cresciuta a più livelli, dalla costruzione di grandi collezioni di arte italiana e internazionale in ambito pubblico e privato, sino al nutrimento di spazi indipendenti e all’incubazione di giovani artisti. La città ha sviluppato una porosità operativa che produce un interscambio virtuoso e continuo tra Artissima, le istituzioni e le gallerie cittadine e progetti di arte pubblica noti internazionalmente come le Luci d’artista”, conclude Fassi.