Questa edizione, che viene dopo una pandemia e che ha visto moltiplicarsi le catastrofi legate al riscaldamento globale, è consapevole di essere parte di una società corrosa da un punto di vista materiale e spirituale ma studia il rapporto uomo-ambiente-cosmo fantasticando sulla possibilità di sovvertire l’immaginario conosciuto.
Ilaria Turba, Thea, Plan d’Aou, 2019, Marseille, dalla serie Yearning to see far. (MUCEM, Marseille)
Chow and Lin, Myanmar, Yangon, August 2016 - dalla serie “The Poverty Line” (LE JARDIN DES VOYAGEURS)
Stéphan Gladieu, North Koreans Portraits, North Korea, Pyongyang, October 2017 / (LE JARDIN D'ÉTÉ)
Pieter Hugo, Alexandra, London, 2020, dalla serie Solus. Courtesy of the artist / in mostra al PALAIS DE L'ARCHEVÊCHÉ fino al 26 settembre
Aspetti fondamentali della rappresentazione consistono nella capacità del corpo di manifestarsi, nella sua proprietà di essere visto e nella possibilità di essere interpretato. In “Being Present” di Pieter Hugo al Palais De L'Archevêché, i soggetti sono letteralmente esposti, la raccolta di ritratti tradizionali segue un principio duale: all’interno di una catalogazione lombrosiana emerge la profonda umanità della relazione tra fotografo e soggetto moltiplicata all’infinito da una reciprocità di sguardi.
Pieter Hugo, Alexandra, London, 2020, dalla serie Solus. Courtesy of the artist / in mostra al PALAIS DE L'ARCHEVÊCHÉ fino al 26 settembre
Pieter Hugo, Alexandra, London, 2020, dalla serie Solus. Courtesy of the artist / in mostra al PALAIS DE L'ARCHEVÊCHÉ fino al 26 settembre
Pieter Hugo, Alexandra, London, 2020, dalla serie Solus. Courtesy of the artist / in mostra al PALAIS DE L'ARCHEVÊCHÉ fino al 26 settembre
Pieter Hugo, Alexandra, London, 2020, dalla serie Solus. Courtesy of the artist / in mostra al PALAIS DE L'ARCHEVÊCHÉ fino al 26 settembre
Aline Motta, (Other) Foundations, #3, 2017-2019
Il corpo è la fibra che filtra il resto del mondo, è strumento di denuncia, decodifica attraverso il gesto il linguaggio. “Rethink Everything” (Espace Van Gogh) è un titolo e un mantra che ha al centro il corpo come mezzo politico di rivendicazione, si interroga sul concetto di proprietà e sul ruolo del femminismo nel capitalismo.
Graciela Sacco, Untitled, dalla serie Bocanada, 1993
Liliana Maresca, Untitled. Liliana Maresca and her artworks, 1983. Photograph by Marcos López
Santiago Porter, Evita, dalla serie Bruma II, 2008. In mostra a l’ESPACE VAN GOGH
Adi Nes, Untitled, dalla serie Soldiers, 1999- Courtesy of the artist e Praz-Delavallade Paris, Los Angeles
Bellezza e identità di genere ed etnica sono i temi che concorrono alla costruzione di un più corretto immaginario comune. “Masculinities” (La Mécanique Générale )è una raccolta di opere di voci autorevoli della fotografia, del cinema e delle arti performative, che riesamina i codici della mascolinità sotto un profilo antropologico, sociale e politico. Identità queer, patriarcato, iper-mascolinità, sottomissione, tenerezza, estensione del corpo oltre gli stereotipi. Gli uomini piangono? Qual è l’identikit di uomo perfetto secondo l’uomo e quale secondo la donna?
Adi Nes, Untitled, dalla serie Soldiers, 1999. Courtesy of the artist
Sam Contis, Seed-Sower dalla serie Deep Springs
Peter Hujar, Orgasmic Man. 1969
Ana Mendieta, Untitled (Facial Hair Transplants), 1972/1997
Hans Eijkelboom “The Ideal Man” (1978) - LA MÉCANIQUE GÉNÉRALE
Dana Scruggs, Nyadhour, Elevated, Death Valley, California, 2019
La questione della rappresentazione invece viene affrontata dando voce ai veri protagonisti della diaspora che celebrano il corpo nero con l’obiettivo di scrivere una nuova memoria collettiva. Gli artisti di “The new black vanguard” (Église Sasinte-Anne provengono da diverse discipline e già fanno della loro pratica una forma di attivismo).
Stephen Tayo
Nxedlana Late Leisure We Are Data Mines scaled
Adrienne Raquel - A Modern Michelangelo, Yosemite Valley, California, 2018
Awol Erizku da Chippi Chippi 2018
Arielle Bobb Willis / ÉGLISE SAINTE-ANNE
Zora J Murff, Cross, dalla serie At No Point in Between, 2019- Courtesy the artist e Webber Gallery, London
Contro il trauma del razzismo sistemico che ancora intacca le nostre società rendendoci testimoni di crimini e complici di ingiustizie anche Zora J Murff, "At No Point in Between”, da voce all’”invisibile” denunciando la situazione dei cittadini Afroamericani nel quartiere di North Omaha in Nebraska. (Parte del Louis Roederer Discovery Award e della selezione di artisti presentata da Webber Gallery - Londra, New York, Stati Uniti all’ Église Des Frères Prêcheurs)
Zora J Murff, dalla serie At No Point in Between, 2019- Courtesy the artist e Webber Gallery, London
Ilanit Illouz, Salt, dalla serie The Sinkholes, 2016–2021
Ilanit Illouz, Salt, dalla serie The Sinkholes, 2016–2021 /ÉGLISE DES FRÈRES PRÊCHEURS
29 SMITH - Spectrographies, 2012
Daniel Reuter, Untitled, dalla serie Providencia, 2019
Daniel Reuter, dalla serie Providencia, 2019
27e Lisa Kohl, dalla serie Shelter, Los Angeles, United States, 2019 - CHAPELLE DE LA CHARITÉ
Zora J Murff, Jerrod and Junior (talking about fatherhood), dalla serie At No Point in Betweens, 2019 ÉGLISE DES FRÈRES PRÊCHEURS
SMITH, Untitled, dalla serie Desideration, 2000-2021
“Desideration” di Smith, ambientata al piano superiore del capannone commerciale del Monoprix, è una mostra composta da installazioni, immagini che si fanno scultura, dove supporti per la stampa come metalli e plastiche si fanno materia vivente e rafforzativa della narrazione. Attraverso il personaggio di Anamanda Sîn, Smith da vita a nuovi miti che vivono nella dimensione extraterrestre del sogno.
SMITH, Untitled, dalla serie Desideration, 2000-2021 - MONOPRIX
Poster pubblicitario del Venice Simplon-Orient-Express, di Jacques Touchet, 1930
“Orient Express & Co” sempre all’ Espace Van Gogh è l’esempio di un mastodontico ed esemplare lavoro di ricerca che raccoglie diversi materiali d’archivio tra mappe, illustrazioni, foto, talvolta anche recuperati da ex dipendenti della International Sleeping-Car Company. Se volete ripercorrere la storia del primo viaggio in treno più lussuoso da Parigi a Costantinopoli, la mostra ne racconta il principio, le idee diplomatiche, la varietà dei business coinvolti, le aree geografiche di intersezione delle linee ferroviarie, i personaggi iconici che hanno contribuito a promulgarne l’immagine attraverso il cinema e la pubblicità.
Compagnia dei vagoni letto
Vagoni letto e vagoni ristorante aziendali in costruzione presso la Mashinen und Waggonbaufabrik di Vienna-Simmering. Foto Wilhelm Wagner, Atelier für industrielle und technische, 1930
L'agenzia viaggio della International Sleeping-Car Company, 1900
Sophia Loren sulla Stella del Nord
L'attrice su una carrozza del treno che portava da Bruxelles a Parigi, per la prima del film di Dino Risi Scandalo a Sorrento
Questa edizione, che viene dopo una pandemia e che ha visto moltiplicarsi le catastrofi legate al riscaldamento globale, è consapevole di essere parte di una società corrosa da un punto di vista materiale e spirituale ma studia il rapporto uomo-ambiente-cosmo fantasticando sulla possibilità di sovvertire l’immaginario conosciuto.
Ilaria Turba, Thea, Plan d’Aou, 2019, Marseille, dalla serie Yearning to see far. (MUCEM, Marseille)
Chow and Lin, Myanmar, Yangon, August 2016 - dalla serie “The Poverty Line” (LE JARDIN DES VOYAGEURS)
Stéphan Gladieu, North Koreans Portraits, North Korea, Pyongyang, October 2017 / (LE JARDIN D'ÉTÉ)
Pieter Hugo, Alexandra, London, 2020, dalla serie Solus. Courtesy of the artist / in mostra al PALAIS DE L'ARCHEVÊCHÉ fino al 26 settembre
Aspetti fondamentali della rappresentazione consistono nella capacità del corpo di manifestarsi, nella sua proprietà di essere visto e nella possibilità di essere interpretato. In “Being Present” di Pieter Hugo al Palais De L'Archevêché, i soggetti sono letteralmente esposti, la raccolta di ritratti tradizionali segue un principio duale: all’interno di una catalogazione lombrosiana emerge la profonda umanità della relazione tra fotografo e soggetto moltiplicata all’infinito da una reciprocità di sguardi.
Pieter Hugo, Alexandra, London, 2020, dalla serie Solus. Courtesy of the artist / in mostra al PALAIS DE L'ARCHEVÊCHÉ fino al 26 settembre
Pieter Hugo, Alexandra, London, 2020, dalla serie Solus. Courtesy of the artist / in mostra al PALAIS DE L'ARCHEVÊCHÉ fino al 26 settembre
Pieter Hugo, Alexandra, London, 2020, dalla serie Solus. Courtesy of the artist / in mostra al PALAIS DE L'ARCHEVÊCHÉ fino al 26 settembre
Pieter Hugo, Alexandra, London, 2020, dalla serie Solus. Courtesy of the artist / in mostra al PALAIS DE L'ARCHEVÊCHÉ fino al 26 settembre
Aline Motta, (Other) Foundations, #3, 2017-2019
Il corpo è la fibra che filtra il resto del mondo, è strumento di denuncia, decodifica attraverso il gesto il linguaggio. “Rethink Everything” (Espace Van Gogh) è un titolo e un mantra che ha al centro il corpo come mezzo politico di rivendicazione, si interroga sul concetto di proprietà e sul ruolo del femminismo nel capitalismo.
Graciela Sacco, Untitled, dalla serie Bocanada, 1993
Liliana Maresca, Untitled. Liliana Maresca and her artworks, 1983. Photograph by Marcos López
Santiago Porter, Evita, dalla serie Bruma II, 2008. In mostra a l’ESPACE VAN GOGH
Adi Nes, Untitled, dalla serie Soldiers, 1999- Courtesy of the artist e Praz-Delavallade Paris, Los Angeles
Bellezza e identità di genere ed etnica sono i temi che concorrono alla costruzione di un più corretto immaginario comune. “Masculinities” (La Mécanique Générale )è una raccolta di opere di voci autorevoli della fotografia, del cinema e delle arti performative, che riesamina i codici della mascolinità sotto un profilo antropologico, sociale e politico. Identità queer, patriarcato, iper-mascolinità, sottomissione, tenerezza, estensione del corpo oltre gli stereotipi. Gli uomini piangono? Qual è l’identikit di uomo perfetto secondo l’uomo e quale secondo la donna?
Adi Nes, Untitled, dalla serie Soldiers, 1999. Courtesy of the artist
Sam Contis, Seed-Sower dalla serie Deep Springs
Peter Hujar, Orgasmic Man. 1969
Ana Mendieta, Untitled (Facial Hair Transplants), 1972/1997
Hans Eijkelboom “The Ideal Man” (1978) - LA MÉCANIQUE GÉNÉRALE
Dana Scruggs, Nyadhour, Elevated, Death Valley, California, 2019
La questione della rappresentazione invece viene affrontata dando voce ai veri protagonisti della diaspora che celebrano il corpo nero con l’obiettivo di scrivere una nuova memoria collettiva. Gli artisti di “The new black vanguard” (Église Sasinte-Anne provengono da diverse discipline e già fanno della loro pratica una forma di attivismo).
Stephen Tayo
Nxedlana Late Leisure We Are Data Mines scaled
Adrienne Raquel - A Modern Michelangelo, Yosemite Valley, California, 2018
Awol Erizku da Chippi Chippi 2018
Arielle Bobb Willis / ÉGLISE SAINTE-ANNE
Zora J Murff, Cross, dalla serie At No Point in Between, 2019- Courtesy the artist e Webber Gallery, London
Contro il trauma del razzismo sistemico che ancora intacca le nostre società rendendoci testimoni di crimini e complici di ingiustizie anche Zora J Murff, "At No Point in Between”, da voce all’”invisibile” denunciando la situazione dei cittadini Afroamericani nel quartiere di North Omaha in Nebraska. (Parte del Louis Roederer Discovery Award e della selezione di artisti presentata da Webber Gallery - Londra, New York, Stati Uniti all’ Église Des Frères Prêcheurs)
Zora J Murff, dalla serie At No Point in Between, 2019- Courtesy the artist e Webber Gallery, London
Ilanit Illouz, Salt, dalla serie The Sinkholes, 2016–2021
Ilanit Illouz, Salt, dalla serie The Sinkholes, 2016–2021 /ÉGLISE DES FRÈRES PRÊCHEURS
29 SMITH - Spectrographies, 2012
Daniel Reuter, Untitled, dalla serie Providencia, 2019
Daniel Reuter, dalla serie Providencia, 2019
27e Lisa Kohl, dalla serie Shelter, Los Angeles, United States, 2019 - CHAPELLE DE LA CHARITÉ
Zora J Murff, Jerrod and Junior (talking about fatherhood), dalla serie At No Point in Betweens, 2019 ÉGLISE DES FRÈRES PRÊCHEURS
SMITH, Untitled, dalla serie Desideration, 2000-2021
“Desideration” di Smith, ambientata al piano superiore del capannone commerciale del Monoprix, è una mostra composta da installazioni, immagini che si fanno scultura, dove supporti per la stampa come metalli e plastiche si fanno materia vivente e rafforzativa della narrazione. Attraverso il personaggio di Anamanda Sîn, Smith da vita a nuovi miti che vivono nella dimensione extraterrestre del sogno.
SMITH, Untitled, dalla serie Desideration, 2000-2021 - MONOPRIX
Poster pubblicitario del Venice Simplon-Orient-Express, di Jacques Touchet, 1930
“Orient Express & Co” sempre all’ Espace Van Gogh è l’esempio di un mastodontico ed esemplare lavoro di ricerca che raccoglie diversi materiali d’archivio tra mappe, illustrazioni, foto, talvolta anche recuperati da ex dipendenti della International Sleeping-Car Company. Se volete ripercorrere la storia del primo viaggio in treno più lussuoso da Parigi a Costantinopoli, la mostra ne racconta il principio, le idee diplomatiche, la varietà dei business coinvolti, le aree geografiche di intersezione delle linee ferroviarie, i personaggi iconici che hanno contribuito a promulgarne l’immagine attraverso il cinema e la pubblicità.
Compagnia dei vagoni letto
Vagoni letto e vagoni ristorante aziendali in costruzione presso la Mashinen und Waggonbaufabrik di Vienna-Simmering. Foto Wilhelm Wagner, Atelier für industrielle und technische, 1930
L'agenzia viaggio della International Sleeping-Car Company, 1900
Sophia Loren sulla Stella del Nord
L'attrice su una carrozza del treno che portava da Bruxelles a Parigi, per la prima del film di Dino Risi Scandalo a Sorrento
Una settimana generalmente è un tempo ideale per visitare Arles e il suo festival della fotografia che due anni fa ha festeggiato il suo primo mezzo secolo di attività. Non una settimana qualsiasi, ma la prima, perché quella di Arles è anche una piccola comunità. Approfittando di mostre, talk, presentazioni e feste, portfolio review con i più noti photo-editor e curatori, molti appassionati e professionisti si incontrano ogni anno. Nei giorni dell’opening è possibile conoscere personalmente noti artisti che vivono anche molto lontano o incontrare colleghi coi quali si è solitamente in contatto solo attraverso i social.
C’era qualche dubbio su come si sarebbe organizzato il festival di fotografia più importante d’Europa, dopo l’appuntamento mancato del 2020 e le restrizioni. L’edizione di quest’anno, seppur confezionata in versione light, non ha granché da invidiare alle precedenti: le mostre sono allestite come sempre nelle architetture storiche della città, nei giardini, nelle chiese e nei musei. Tutti gli allestimenti sono accessibili senza attese, basta indossare la mascherina.
Al di là delle immancabili mostre d’archivio sui nomi storici della fotografia, dei tributi e delle riletture, quest’anno il festival è dedicato alla celebrazione della diversità, ed esplora sotto vari e differenti aspetti come il corpo performi nelle nostre società, culture e comunità.
In cosa consiste la nostra esistenza “oltre il genere e oltre i confini”? Una domanda rimasta in sospeso già dall’anno scorso, il primo anno di Christoph Wiesner, prima alla guida di Paris Photo, come direttore del festival.
Il nostro più importante e primario mezzo di espressione è anche lo strumento politico più deflagrante e la pandemia ha solo riportato in superficie la nostra fragilità terrestre e le nostre differenze sociali accentuandole. Il Festival del 2021 ha saputo recuperare ogni tematica riaffiorata in superficie senza escludere nessuna minoranza e proprio per la sua capacità di non essere solo un contenitore di storie e di pratiche fotografiche innovative, ma di compiere con questa edizione anche un gesto politico noi pensiamo che vada la pena visitarlo.