Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Donne contro il visibile

Rachel Rose, Andra Ursuta e Monster Chetwynd sono le artiste scelte dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per una triplice mostra contro gli estremismi, inaugurata a Torino.

Il mistero del mondo rimane sotto la superficie del visibile, non dell’invisibile. E le artiste selezionati da Irene Calderoni con Erica F. Battle, in questo periodo entrambe curatrici alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, a Torino, esercitano la loro capacità di reagire contro rigide superfici di codici visivi prestabiliti. Tre interventi espositivi separati, inaugurati durante la settimana di Artissima, sono stati chiamati a testimoniare e a metterci alla prova, come visitatori, contro gli estremismi. Ma probabilmente, come spettatori, veniamo anche coinvolti per prestare attenzione nel condividerle, con l’intenzione di trovare una visione nell’opera d’arte e rivelare la legge, il linguaggio codificato in essa.

1 Andra Ursuta. Vanilla Isis, 2018, vista dell'Installazione,

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

2 Rachel Rose. Wil-o-Wisp , 2018, vista dell'Installazione video

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

3 Monster Chetwynd. The Owl with the Laser Eyes, vista dell'Installazione

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

4 Monster Chetwynd. The Owl with the Laser Eyes, vista dell'Installazione

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

5 Rachel Rose. Wil-o-Wisp , 2018, vista dell'Installazione video

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

6 Rachel Rose. Wil-o-Wisp , 2018, vista dell'Installazione video,

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

7 Rachel Rose. Wil-o-Wisp , 2018, vista dell'Installazione video

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

8  Andra Ursuta. Vanilla Isis, 2018, vista dell'Installazione 

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

9 Andra Ursuta. Vanilla Isis, 2018, vista dell'Installazione

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

10 Andra Ursuta. Vanilla Isis, 2018, vista dell'Installazione

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

11  Andra Ursuta. Vanilla Isis, 2018, vista dell'Installazione

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

12 Andra Ursuta. Vanilla Isis, 2018, vista dell'Installazione

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

13 Andra Ursuta. Vanilla Isis, 2018, vista dell'Installazione

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

14 Andra Ursuta. Vanilla Isis, 2018, vista dell'Installazione

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

15 Andra Ursuta. Vanilla Isis, 2018, vista dell'Installazione

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

16 Andra Ursuta. Vanilla Isis, 2018, vista dell'Installazione

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

17 Andra Ursuta. Vanilla Isis, 2018, vista dell'Installazione

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

18 Andra Ursuta. Vanilla Isis, 2018, vista dell'Installazione

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

19 Andra Ursuta. Vanilla Isis, 2018, vista dell'Installazione

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

20 Andra Ursuta. Vanilla Isis, 2018, vista dell'Installazione

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

21 Andra Ursuta. Vanilla Isis, 2018, vista dell'Installazione

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

22 Andra Ursuta. Vanilla Isis, 2018, vista dell'Installazione

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

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24 Monster Chetwynd. The Owl with the Laser Eyes, vista dell'Installazione

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

25 Monster Chetwynd. The Owl with the Laser Eyes, vista dell'Installazione

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

26 Monster Chetwynd. The Owl with the Laser Eyes, vista dell'Installazione
 

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

Nel sesto video di Rachel Rose, Wil-o-Wisp (2018), l’artista americana nata nel 1986, compie un passo decisivo svelando una narrazione storicizzata relativa a una guarigione magica e a una persecuzione, sullo sfondo della riunione delle cosiddette common land in Inghilterra, all’inizio del diciassettesimo secolo. In un racconto ambientato nel mezzo di un processo che Karl Marx giudicò strumentale nella transizione dal feudalismo al capitalismo e che ha preparato l’avvio della Rivoluzione Industriale: una storia che deve essere compresa in dialogo con l’ormai sedimentato interesse dell’artista nel mettere in luce un tessuto esperienziale di una tarda modernità. Rose compie ricerche nel campo di temporalità ricorrenti del passato, ritrovando in quell’ambito l’infinita possibilità di rimanerne incantata e di risalire alle radici delle attuali condizioni socio-politiche. In Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, un’enorme, unica sala a lei dedicata ospita la proiezione di Wil-o-Wisp su un ampio schermo, posizionato al centro. Il suono viene parzialmente assorbito da una perlescente e vellutata moquette che spande a pavimento; mentre, al contrario, la potente colonna sonora del video è fatta emergere e ampliata da numerose casse installate lungo i perimetri dei muri, dietro una velatura bianca e nebbiosa. Il video è accompagnato da un sofisticato impianto tecnico, essendo il destinatario inaugurale del Future Fields Commission in Time-Based Media, una iniziativa in collaborazione tra il Philadelphia Museum of Art e la Fondazione. Una sorta di piattaforma che si propone di supportare, su base biennale, la produzione e la co-acquisizione di un lavoro creato da nuove voci promettenti nel campo di video, film, suono e performance.

Rachel Rose. Wil-o-Wisp , 2018, vista dell'Installazione video, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

In questo video di oltre dieci minuti l’artista utilizza un medium documentabile (la storia di Elspeth Blake, donna e moglie nel 1570 che nelle fonti compare, nel 1630, come mistica e guaritrice) per supportarne un altro. Ogni elemento di questo lavoro ci rimanda ad un particolare codice culturale, un insieme di componenti assemblati per creare un messaggio critico sul consumo e l’utilizzo della cultura storica. Quel che ne deriva è una narrazione iper-testuale, altamente consapevole di tutti i media che comprende.   Nella stanza adiacente, in  Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Andra Ursuta (Romania, 1979) con Vanilla Isis raggiunge la convinzione e la sostanzialità delle strategie comunicative islamiche, una realtà intensificata e potenziata fino al punto di raggiungere una infrangibilità attraverso la sua esplicita esperienza sulla scienza dell’interpretazione. L’artista convoglia nuovi lavori, dispondendoli a parete, mentre l’installazione Stoner (2013) è stata posta strategicamente al centro. Il titolo del ben noto lavoro cita l’utilizzo diabolico di una gru per appendere al pubblico ludibrio una donna iraniana. All’interno di un alto recinto metallico ricoperto di una rete nera, una macchina, costruita specificatamente per provocare anche la propria lenta auto-distruzione, lancia, palle irregolari, grigie realizzate con acrilico verso un muro che ne attutisce i colpi, a dodici metri di distanza. I numerosi impatti dal colpo sordo, negli anni, hanno danneggiato molte delle piastrelle, presenti all’interno della zona di tiro e anche al di fuori.

Andra Ursuta. Vanilla Isis, 2018, vista di un particolare Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

Mentre le palle/proiettili imperfette escono dalla macchina in ordine sparso, spesso colpendo la rete di recinzione, dal muro fuoriescono lunghe ciocche di capelli umani e sporcizia. Alle pareti, come il lungo sguardo di un testimone, una serie di presagi oscuri, di calchi rielaborati (la serie Vanilla Isis, 2018) relativi a gioviali gonfiabili da piscina (a forma di foglia di palma, di osso, di mano che saluta e di uova fritte) fa emergere sulla superficie la bandiera dell’Isis, esponendo un proclama di fede, come un ritornello proveniente da Welcome to the Jungle dei Guns’N Roses, dall’album Appetite for Destruction: “Welcome to the jungle/ Watch it bring you to your/ Shana… knees, knees/ I wanna watch you bleed”. Il linguaggio si sviluppa all’interno di una vocalizzazione ricorsiva, volta alla perdita di ogni senso, ridotto ad adornare calchi sgonfi di oggetti per il divertimento. Un messaggio contro la più estrema espressione del colore mistico nero, che sublima l’esperienza della visione dell’artista, in ogni modo rivolto alla fine, verso quello stadio in cui nessuno può seguire Ursuta; dove solo lei può andare oltre, nel mostrare la forza della realtà inerente ai piani diretti di una minaccia latente.

Infine, in un ambiente separato, Monster Chetwynd (UK, 1973) introduce una nuova massiva mappa del suo immaginario, intitolato The Owl with the Laser Eyes. Lo strumento centrale della mostra consiste in uno spazio teatrale ricavato per ospitare due diversi spettacoli di marionette durante la notte di inaugurazione. Uno di questi è stato ispirato dal Castello dei destini incrociati di Italo Calvino e dal suo utilizzo dei tarocchi come espediente narrativo-linguistico. Il secondo spettacolo è quello che ha conferito il titolo all’intera mostra: The Owl with the Laser Eyes. Traendo spunto dai film cosidetti sci-fi che si focalizzano su perverse serie televisive come Running Man o The Hunger Games, le marionette ovviamente realizzate a mano da Monster Chetwynd sono state protagoniste di un epico combattimento tra il crudele Gufo dagli Occhi di Laser e il gruppo di contestatari che si sono riuniti proprio alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Quasi in concomitanza del concerto della punk-rock band femminile delle Chlamydia che ha suonato rumorosamente dal vivo.

  • Rachel Rose. Wil-o-Wisp | Andra Ursuta. Vanilla Isis | Monster Chetwynd. The Owl with the Laser Eyes
  • Dal 2 novembre, 2018 al 30 marzo, 2019
  • Irene Calderoni con Erica F. Battle
  • Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
  • Via Modane 16, 10100 Torino