È uno strano destino che il sublime esercizio di pigrizia dell’anartista, capace di stravolgere la processualità dell’arte del XX secolo, sia ora riproposto al pubblico come indizio a suo carico.
In fondo, il quadretto trovato al mercatino e firmato sarebbe bastato a evitare la caritatevole missione di riavvicinare Duchamp alle ridicole croste dei suoi esordi, che – seppur collezionate da grandi musei – arrivarono (purtroppo per lui) in ritardo di almeno 5 o 6 anni sulla spietata e ridicola legge della novità e soprattutto sulle sue epifanie ai vari Salon parigini 1905 e 1911.
Fino al 5 gennaio 2015
Marcel Duchamp – La peinture, même
Centre Pompidou, Galerie 2