La mostra parte in tono moderato con Light in Movement di Le Parc (1962), l'opera più contemplativa dell'esposizione. I visitatori entrano in un oscuro ambiente semicircolare il cui lato piano è ricoperto di specchi, mentre il lato curvo è dipinto di bianco. In alto, di fronte agli specchi, pende un pannello di quadrati di metallo argentato, violentemente illuminato da una coppia di faretti. La diffusione di riflessi che ne risulta trasforma questo semplice interno in un'ipnotica vasca circolare di chiazze di luce. La dolcezza del mondo acquatico di Le Parc cede ben presto il passo alla metallica seduzione di Chromosaturation, l'installazione di Cruz-Diez del 1965, spesso definita il capolavoro della mostra. Qui gli osservatori hanno a disposizione tre ambienti non del tutto separati, ciascuno immerso nella luce di tubi fluorescenti fasciati da una singola tinta: rosso, azzurro e verde. Il visitatore, forse viziato da associazioni effimere o dalla recente occasione di visitare il raffinato spazio luminoso di Doug Wheeler SA MI 75 DZ NY 12 alla galleria David Zwirner di New York, trova l'esperienza visiva di Chromosaturation meno prossima alla poetica similitudine del Washington Post ("è come passeggiare dentro un arcobaleno") e più evocativa di un'immersione negli aciduli barattoli di tintura per le uova di Pasqua.


A Suprasensorial va riconosciuto di aver scelto bene il momento. Un'occhiata al recente panorama delle mostro soltanto a New York rende evidente che i musei contemporanei si interessano all'esperienza sociale immersiva esemplificata nell'opera di questi artisti latinoamericani.



Suprasensorial: Experiments in Light, Color and Space
Hirschorn Museum
Independence Avenue at Seventh Street SW, Washington
