In un EUR di anonimi spazi deserti ed enormi strade vuote, sproporzionate alla scala umana e paradigma di quella solitudine esistenziale che trapela dalla relazione fragile e congelata dei suoi protagonisti (Alain Delon e Monica Vitti), Michelangelo Antonioni ambienta il film “L’eclisse” (1961). Proprio nel punto in cui la cinepresa indugia, nei dieci minuti circa che accompagnano verso i titoli di coda, sull’inquadratura di un fabbricato all’innesto tra due strade alberate, si situa oggi un nuovo intervento residenziale, firmato dallo studio It's che attualizza il tema (genetico per il contesto moderno romano) della palazzina residenziale.
Se l’EUR è un quartiere che oggi stempera la sua aura metafisica immortalata dal cinema con rinnovate energie urbane, lo studio raccoglie l’eredità culturale di una tipologia consolidata che, tra luci e ombre, ha fortemente connotato le aree di espansione a Roma tra gli anni ’20 e ’70.
La palazzina nasce come compromesso salomonico tra il villino e il palazzo, per ospitare una borghesia in ascesa che voleva farsi notare per benessere e prestigio sociale senza optare per il lusso di un’abitazione gentilizia. Dalla codifica istituzionale dei criteri dimensionali e insediativi attraverso il Piano Regolatore del 1931, fino alla proliferazione durante il boom economico, la progettazione della palazzina ha dato luogo ad esiti controversi: da un lato, un’edilizia speculativa origine dello stigma sul paesaggio di molte periferie; dall’altro, un’architettura risultante da una felice ricerca compositiva che, attraverso lo studio di soluzioni planimetriche, di facciata, di affaccio e di gerarchia spaziale, punta a recepire una domanda sia di confort abitativo sia di rappresentanza sociale.
A Roma, in particolare, questa ricerca è stata declinata dal dopoguerra con una pluralità di linguaggi (diversamente da Milano, ad esempio, dove si coglie una maggiore uniformità nel lessico razionalista): dalle soluzioni di ispirazione wrightiana di Luigi Pellegrin e di memoria lecorbusieriana di Vincenzo Monaco e Amedeo Luccichenti, al “proto-decostruttivismo” di Luigi Moretti, fino alle opere più marcatamente brutaliste di Francesco Berarducci e Saverio Busiri Vici degli anni ’60.
L’edificio di It's all’Eur si inserisce nel solco tracciato dai suoi illustri predecessori, facendo propri in particolare l’impianto rigoroso e le esplorazioni sul rapporto tra pieni e vuoti in facciata di Ugo Luccichenti e integrando le tematiche consolidate nella migliore stagione compositiva di questa tipologia con una sensibilità tutta contemporanea in termini di sostenibilità ambientale e risparmio energetico.
Il fabbricato, realizzato nell’ambito di un intervento di demolizione/ricostruzione e cambio di destinazione d’uso, si articola su 7 piani fuori terra, con 12 alloggi suddivisi tra trilocali, quadrilocali ed attico. L’edificio è arretrato rispetto al fronte stradale in modo da garantire ampi giardini agli appartamenti del piano terra ed è disposto secondo un orientamento prevalente est-ovest, in modo da sfruttare le migliori condizioni di illuminazione naturale e offrire a ciascun alloggio un doppio affaccio.
In un layout semplice e funzionale. una scala distribuisce due alloggi per piano-tipo, nei quali gli ambienti privati si situano alle testate mentre una spaziosa zona giorno nel centro attraversa trasversalmente l’abitazione.
La facciata rivestita in ceramica scura, in dialogo con la luce, è caratterizzata da un linguaggio sobrio ed elegante, vivacizzato dalla ritmica regolare di pieni e vuoti, dove ampi balconi con logge e vetrate contribuiscono a creare una continuità percettiva e fruitiva tra interno ed esterno.
Negli interni, materiali di finitura di pregio (dal legno di rovere negli infissi, al travertino nei pavimenti che si ripropone anche nel viale e nell’atrio di ingresso) impreziosiscono gli ambienti irradiati di luce.
Una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale connota il progetto, grazie all’impiego di un sistema costruttivo di casseri prefabbricati a perdere che garantisce inerzia termica, all’ impianto fotovoltaico in copertura che limita le emissioni climalteranti, al sistema domotico che regola la temperatura interna ed i sistemi di oscuramento di tende esterne e frangisole.
- Progetto:
- LIVE
- Urbanistica:
- Lorenzo Busnengo
- Strutture:
- Cristian Angeli
- Impianti meccanici:
- Paolo Sollazzo
- Impianti elettrici:
- Roberto Giorgi
- Sistemazioni esterne:
- Fabrizio Bonifati
- Team di progetto (IT'S):
- Bruna Dominici - Art Director, Mattia Biagi – Project Director, Annachiara Bonora, Estella Macchi Di Cellere
- Antincendio:
- Marco Terzitta
- Committente:
- BMV immobiliare s.r.l.