I 112 appartamenti organizzati sui 15 piani del nuovo edificio Pedre vogliono rappresentare una nuova idea di comunità urbana. Il progetto è stato sviluppato dallo studio statunitense JSA in collaborazione con MTA+V su un lotto lambito da due importanti arterie di collegamento. Più che la continuità morfologica o formale, questa architettura cerca pertanto relazioni alternative con il luogo e con la cultura di progetto locale. Da un lato, il rigetto di rigidità geometriche allude alla topografia locale e aiprofili montuosi modellati dalle eruzioni vulcaniche. Dall’altro, la sinuosità dell’involucro costituisce un richiamo ad alcuni elementi dell’opera di Alvar Aalto e Oscar Niemeyer.
L’atrio circolare a tutta altezza al centro dell’edificio è lo spazio principale dove confluiscono corridoi distributivi e aree comuni, progettato per ospitare una teatrale sosta nel movimento da e verso le residenze. Le sue vertiginose proporzioni confluiscono prospetticamente verso il lucernario e verso la composizione di monoliti di pietra adagiati invece sul pavimento. Il tetto giardino in copertura è suddiviso attraverso aiuole in porzioni private e aree collettive, ombreggiate con alberi da frutto.
I tagli degli appartamenti variano dai 90 ai 300 metri quadrati, organizzati in 18 diverse tipologie che includono unità su un singolo piano, duplex e triplex. Nonostante la grande varietà, si può riconoscere l’intenzione di giocare drammaticamente tra la compressione degli spazi serventi e secondari e la repentina dilatazione degli spazi serviti, soprattutto i soggiorni e le camere da letto padronali. In molti punti, l’involucro si sdoppia, dando vita a uno spazio in-between tra le chiusure e le schermature. Queste estese gallerie ed ampie terrazze impreziosiscono l’articolazione degli ambienti interni ed esterni e le reciproche relazioni.
Anche il trattamento dei poderosi pilastri rivela una particolare attenzione alla percezione e alla funzionalità degli spazi. Si possono distinguere tre situazioni. Ci sono i pilastri nascosti da tramezze che contribuiscono ad attrezzare le pareti di corridoi e disimpegni. Ci sono i pilastri che intercettano o toccano le tramezze senza scomparire, assumendo un ruolo di soglia rispetto alla transizione tra due aree. Ci sono colonne che, come sculture liberamente posizionate nello spazio, lo punteggiano, determinandolo come presenze maestose. La relazione con il suolo è gestita da una lobby a doppia altezza dove aiuole e specchi d’acqua si alternano a scale, pedane, e terrazze, determinando una varietà di possibili transizioni tra la città e la casa.