Padova Congress è il nome del nuovo centro congressi della fiera della città veneta, il più grande di questo tipo nella Regione. Nella fase di concorso, del 2012, il progetto di Kengo Kuma aveva prevalso su altri 7, tra cui quelli di Gonçalo Byrne e di Hans Kolloff. Il cantiere prende avvio nel 2016, ma i lavori sono stati rallentati dal ritrovamento di amianto e dalla pandemia. Ora la struttura ha finalmente aperto: collocata in prossimità del centro storico e della stazione dei treni, può ospitare oltre 3.300 persone. La facciata principale, sottolineata da un’alta scalinata di pietra, si scorge sin dall’ingresso storico della fiera, attraverso il viale su cui si affacciano simmetricamente i padiglioni espositivi.
La Fiera di Padova ha una lunga storia: nasce nel 1920 e il suo sito originario viene esteso a più riprese, fino all’intervento più recente di Franco Stella, del 1998. Ne fanno parte i padiglioni 7 e 8, terminati nel 2002. Oggi, a 20 anni di distanza, è l’architetto giapponese ad aggiungere l’ultimo tassello. Si tratta di un volume alto una ventina di metri, lungo 130 e largo 25, che dà le spalle a un gomitolo di infrastrutture esterne al complesso fieristico. L’edificio “sostituisce il vecchio palazzo delle Nazioni” racconta Kuma, “di cui abbiamo voluto mantenere il portale scultoreo, in linea con l’asse del complesso della fiera”. I portici tipici della città sono richiamati in facciata dal colonnato ritmico di legno, che definisce uno spazio coperto sui fronti del corpo edilizio, bianco e vetrato. “Il modello ideale”, continua Kuma, “è stato il medievale Palazzo della Ragione, centro della città”. All’interno, una serie di sale modulari, spiega lo studio, definita attraverso lo spatial layering, tecnica giapponese che consiste nella sovrapposizione di spazi flessibili, con diversi gradi di permeabilità. Le sale più capienti, da 1.500 e 1.000 posti, non potevano che essere intitolate a Giotto e Mantegna.
L’inaugurazione del nuovo progetto di Kuma cade nel 800° anniversario della celebre università della città veneta, dopo che, nel 2021, l’UNESCO ha riconosciuto come patrimonio Padova Urbs Picta, otto siti e complessi con cicli pittorici trecenteschi, fra cui la cappella degli Scrovegni di Giotto e lo stesso palazzo della Ragione. “Siamo di fronte a un’opera connessa con la città” dichiara Antonio Santocono, presidente della Camera di commercio della città, “qui si parlerà di progresso e futuro legati a un territorio unico”. Fondamentale è il rapporto con l’università, che “è la città, fin dalla sua fondazione.” afferma Daniela Mapelli, rettrice di UniPd, “Il centro congressi è parte del progetto più ampio del Chilometro Blu, un polo dedicato alla ricerca e all’innovazione di cui faranno parte la nuova sede della facoltà di ingegneria e il competence center”. La fiera, continua Santocono, “si muove così verso un nuovo modello, non più meramente commerciale”. Il sindaco della città, Sergio Giordani, sottolinea proprio questo aspetto: “la fiera non è più solamente un polo espositivo, ma un vero e proprio hub per l’innovazione”.