Questo articolo è stato originariamente pubblicato sull'allegato Ecoworld, Domus 1058, giugno 2021.
La sostenibilità contemporanea ha tante estetiche: quella green, spesso didascalica, con il verde che ricopre l’edificio trasformandolo di fatto in natura; quella hi-tech, più eroica, che fa dell’architettura un dispositivo attivo di risparmio energetico, un’esatta machine à-durabilité; infine, quella dell’as found, che sostiene l’equivalenza tra trasformazione e spreco, ed esalta l’economia della conservazione. Quest’ultimo approccio modifica il punto di vista sul patrimonio esistente, che in linea di principio è poco efficiente, perché tecnicamente obsoleto o decadente, ma è sostenibile per il semplice fatto di non richiedere l’atto fondativo di una nuova costruzione. Proyecto Público Prim è uno spazio culturale e per eventi nel centro di Città del Messico che riattiva due immobili confinanti sorti agli albori del Novecento, limitandosi agli interventi strettamente necessari alla loro rifunzionalizzazione e messa in sicurezza. L’immagine fatiscente serve qui in primo luogo ad attrarre la raffinata clientela di riferimento, ma nella sostanza il complesso si propone come un’alternativa alla sostituzione edilizia e al restauro in stile.
L’aggiunta più visibile è la copertura leggera in policarbonat, su uno dei due edifici, realizzata da Productora. Concepita per soddisfare l’esigenza del committente di proteggere i patii interni dalla pioggia, contribuisce a inserire l’edificio in un discorso più ampio sul tema della sostenibilità. Due falde asimmetriche di policarbonato ondulato si sovrappongono al tetto-terrazza per tutta la sua lunghezza. Le supportano più di 100 pilastri d’acciaio, distribuiti in una sequenza di 45 campate poste a distanza regolare di 1,20 m. I tubolari sottilissimi distribuiscono al meglio il carico aggiuntivo imposto alle strutture, comunque rinforzate a partire delle pareti portanti dei patii. Un oggetto all’apparenza semplice, composto di due superfici sospese, rivela un’intelligenza non scontata, innanzitutto sul piano climatico.
Proprio perché sollevato, permette il ricambio d’aria naturale e favorisce il raffrescamento negli ambienti sottostanti; inoltre, l’alternanza di pannelli trasparenti e traslucidi, unitamente al posizionamento strategico di alcuni ombreggianti di tessuto, protegge la terrazza dal calore dell’estate, mentre permette alla luce solare d’intiepidirla durante l’inverno. I progettisti difendono anche la sostenibilità a lungo termine di questa impalcatura assemblata a secco e potenzialmente destinata a un’esistenza circolare. “Il metallo e la plastica non sono certo i materiali più citati quando si parla di architettura e ambiente. Eppure l’acciaio, una volta prodotto, può essere utilizzato per sempre e il policarbonato può essere interamente riciclato”. È una strategia ragionevole, perché priva di preconcetti, e site-specific, perché determinata dai vincoli stringenti del budget e dei carichi strutturali ammissibili. La copertura disegnata da Productora nel 2019 è una soluzione elegante, ma poco appariscente. La sua estetica semplificata, che allude all’industriale e al reversibile, esalta per contrasto la solida ruvidità del suo basamento fatto di muri intonacati sporcati da tracce di pitture, pavimenti in pietra naturale, in cotto o in legno, soffitti a volte catalane e dettagli in ferro battuto. È il coronamento etereo di un’antica rovina, salvaguardata nella sua consistenza e nelle sue imperfezioni e ripopolata da comunità contemporanee di artisti e flâneur urbani.
Nelle parole di Productora: “Ci piace immaginare che l’involucro delle strutture sia costruito per durare, e che possa essere utilizzato e riutilizzato. Da questo punto di vista consideriamo noi stessi — o, meglio, i nostri clienti — come soltanto uno dei tanti abitanti che l’edificio avrà nel corso della propria esistenza”. Una frase-manifesto che sposta l’attenzione dalla novità della copertura alla lunga durata di un’architettura pensata come permanenza, ereditata dal passato e proiettata, as found, nel suo futuro.
- Progetto:
- Productora
- Responsabile di progetto e direzione lavori:
- Ruy Berumen
- Gruppo di progettazione:
- Ruy Berumen, Diego Velázquez
- Strutture, impianti, illuminotecnica:
- Kaltia
- Progettazione paesaggistica:
- PlantaDB
- Impresa costruttrice:
- Andrés Briceño
- Cliente:
- Proyecto Público Prim
- Luogo:
- Città del Messico
- Area lorda:
- 870 m²
- Completamento:
- 12. 2019