Dopo il rinvio dell’apertura prevista per primavera 2020 a causa della pandemia, Apple e Foster+Partners sono finalmente pronti all’inaugurazione del nuovo flagship store dell’azienda californiana nella capitale. “La maggior parte dei nostri negozi in Europa hanno riaperto le loro porte. Non vediamo l’ora di accogliere nuovamente i nostri clienti” ci racconta felicemente Chris Braithwaite, Senior Director of Retail and Design di Apple. “Come nostra diciassettesima apertura italiana, Via del Corso sarà il nostro negozio più grande in Europa”.
Il marmo incornicia preziosi frammenti di storia: apre l’Apple Store Roma via del Corso
In occasione dell’attesa inaugurazione del nuovo Apple Store della capitale, il team responsabile del progetto firmato da Foster+Partners racconta l’operazione di rinnovamento del centenario Palazzo Marignoli.
Courtesy Apple e Foster+Partners
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- Romina Totaro, con Alessandro Scarano e Giulia Ricci
- 26 maggio 2021
- Roma, Italia
- Foster+Partners
- retail
- 2021
L’azienda californiana e lo studio d’architettura hanno accumulato, nel corso di una collaborazione ormai decennale, numerosi progetti, tra cui lo stesso store milanese in piazza Liberty, completato nel 2018, dove un alto volume di vetro fa da scenografia per una nuova piazza-anfiteatro. Per la Città eterna, al contrario, il duo ha preferito operare all’interno di un edificio storico in via del Corso, nota strada storica a due passi da Montecitorio. Il sito era precedentemente occupato, a partire dal 1500, da un monastero, mentre l’edificio attuale è stato costruito nel 1884 per il marchese Marignoli, su progetto degli architetti Salvatore Bianchi e Giulio Podesti. Il piano terra ospitava inoltre il Caffè Aragno, luogo di ritrovo per artisti, giornalisti e politici grazie alla vicinanza al Parlamento, al Palazzo Chigi e a molti uffici dei giornali.
“Il tema focale del progetto è il restauro” continua Braithwaite. Il flagship Via del Corso si sviluppa lungo parte del piano terra dell’edificio e si allarga, senza soluzione di continuità, verso la corte interna e l’ampia scalinata che porta al piano nobile. L’intervento è poi arricchito dal recupero delle opere d’arte ritrovate durante le prime operazioni sul fabbricato: dai soffitti dipinti da Fabio Cippola e Ettore Ballerini, ai graffiti del post-cubista Afro Libio Basaldella, tutti restaurati da artigiani locali grazie alla collaborazione fra il brand, il Comune di Roma, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e la proprietà.
Basaldella, nello specifico, scomparso lo stesso anno di fondazione della Mela, è considerato tra i più importanti esponenti della pittura italiana del Dopoguerra. Dopo un periodo a Roma, riscosse successo internazionale negli Stati Uniti. “I graffiti, incisi nell’intonaco,” racconta Andrea Leva, Director of Design per Apple “sono stati commissionati dal Caffè Aragno durante il periodo newyorkese dell’artista: raffigurano paesaggi di regioni italiane come la Toscana, la Sicilia, il Piemonte, ma non escludiamo che oltre ai sei ritrovati ne siano stati commissionati altri. Li abbiamo restaurati con la tecnica del distacco, sono stati rimossi dal muro, portati nella bottega e accuratamente restituiti alla loro condizione iniziale. Ora sono nelle loro posizioni originali al piano terra”.
Celebrare un’architettura non equivale a voler conservare tutto, ma bisogna, invece, tornare all’essenza del vecchio edificio
La pianta del Palazzo riprendeva un canonico impianto classico, con facciata caratterizzata da stilemi e ritmi rinascimentali. Marignoli, il quale dopo l’acquisto del Palazzo si era avvicinato al mondo della politica, viveva nel piano nobile, non fruibile direttamente prima dell’intervento di ripristino. “Originariamente all’ingresso vi era un muro che bloccava la visuale verso il cortile, non rendendo visibile neanche la scala marmorea” ci dice Stefan Behling, Senior Executive Partner di Foster+Partners. “La scala era quella usata dalla famiglia Marignoli per arrivare alle loro camere. Era necessario, però, renderla visibile, per esplicitare l’esistenza di un piano superiore e permettere ai clienti di salire”.
Courtesy Apple and Foster+Partners
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L’operazione di ripristino compiuta da Foster+Partners si esplica come un restauro rispettoso della memoria e del valore dell’edificio, ma senza dimostrare la pretesa di conservare tutto il preesistente. Cambiando completamente funzione, quindi, anche la pianta ha subito modificazioni notevoli, negando l’introspezione dell’edificio per aprirsi visivamente verso la strada, facilitando il flusso della clientela e il nuovo programma del negozio. “Quando abbiamo a che fare con un edificio storico, cerchiamo sempre di rendere chiaro cosa è vecchio e cosa è nuovo” chiarisce Luis Mantania, Senior Executive Partner dello studio. “Celebrare un’architettura non equivale a voler conservare tutto, ma bisogna, invece, tornare all’essenza del vecchio edificio. In questo caso era un grande Palazzo, quindi la gente sentirà la forza e la grandezza del palazzo. Noi amiamo il vecchio e amiamo il nuovo. Non siamo così a nostro agio nel mezzo. Ci piace questa giustapposizione tra vecchio e nuovo, che poi è un’interpretazione moderna di ciò che è stato”.
Quando sei a Roma devi rispettare la storia, capisci che sei lì solo per un breve frammento di tempo
Matericamente, invece, gli immancabili tavoli di esposizione in legno sono accompagnati da una scenografia di ampie arcate rivestite da pannelli in marmo di Carrara, scelto come materiale nobile per riprendere la pietra che caratterizza la scalinata. “Qual è il materiale appropriato per questo intervento? Ci siamo detti che era un edificio serio e che aveva bisogno di un materiale altrettanto serio, che si adattasse alla responsabilità. Ogni pezzo di marmo è stato numerato e posato a secco nel cantiere. Ogni pezzo è preparato e abbinato in modo che la grana continui senza interruzioni. Penso che questo dia davvero un senso di scala e trasmetta l’attenzione che è stata dedicata alla realizzazione delle lastre di marmo dai blocchi. Questo lavoro ha garantito che la consistenza della struttura e le venature fossero coerenti e appropriate”. Inoltre, internamente, il cortile coperto riesce a preservare, grazie ad accorti gesti tecnici, la sensazione di ricevere luce naturale: “questa è un’altra piccola storia divertente: ci piaceva l’idea di avere un effetto di luce naturale in corrispondenza dello scalone monumentale. Abbiamo giocato con la temperatura del colore in modo da avere un colore più caldo all’interno, mentre la copertura dello spazio aperto è illuminata con i LED che simulano nel colore la luce del giorno che cambia”.
“È una grande domanda etica: o non ti disturbi per la mole di lavoro, o ti rendi conto che è una tua responsabilità. Io sono vivo e questo edificio passerà alla storia. Mi prenderò cura dell’edificio e lo curerò. Questi sono edifici importanti: avranno un’altra vita e passeranno attraverso molti, molti decenni di storia. Questo è il tema più importante, ed è per questo che amiamo lavorare con Apple, la cura è tutto” continua Behling. “Roma è l’esempio perfetto, se la gente si preoccupa per gli edifici, continuano ad andare avanti, e avanti, e avanti, e improvvisamente hai edifici centenari”. Cos’è Roma per voi? “Quando sei a Roma devi rispettare la storia, capisci che sei lì solo per un breve frammento di tempo, mentre gli edifici e tutta la città continuerà senza di te”, è la risposta che sigilla la nostra conversazione.
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