Il paesaggio della campagna è praticamente scomparso dall’Alta Pianura lombarda, rosicchiata da decenni d’intensa urbanizzazione e di drammatico consumo di suolo. Sopravvivono, però, molte delle architetture funzionali all’antica economia agricola: cascine, stalle e fienili, raramente adibite alla loro funzione originaria, spesso decadenti o abbandonate, talvolta trasformate in residenze.

A questa tradizione s’ispira la Casa Quattro, realizzata da LCA architetti a Magnano, nell’Alto Milanese, sulla soglia tra la periferia della cittadina e i residui spazi coltivati che la circondano. Nelle parole dei suoi progettisti, si tratta di “un edificio primitivo, privo di ogni elemento non essenziale”. In effetti, la casa si mostra come un solido compatto e semplificato, appoggiato nel suo piccolo giardino per ora spoglio.

La configurazione degli interni è ben congegnata e ordinata. Più che da una presa di posizione radicale sullo spazio domestico, sembra derivare da un’attenzione apprezzabile per le richieste specifiche del committente, arricchita dalla soluzione interessante del soggiorno passante e a doppia altezza. Quest’ultimo introduce un salto di scala percepibile, che garantisce una connessione dimensionale e visuale tra la casa e il suo paesaggio.

La Casa Quattro è a zero emissioni ed è realizzata quasi interamente in materiali di origine naturale: la struttura è in legno, gli arredi interni sono in pietra e legno, i pannelli isolanti sono in paglia di riso e sughero. Sono caratteristiche positive e non comuni, soprattutto nell’edilizia residenziale di committenza privata.

Decisamente innovativo è anche il trattamento dei pannelli di sughero: pantografate in 3D, le lastre di una materia che nasce “povera” si trasformano in superfici finemente decorate. Ad uno sguardo ravvicinato, il blocco mono-materico si arricchisce di morbide vibrazioni chiaroscurali. Si tratta di un esperimento riuscito e non scontato di abbinamento tra ottimizzazione energetica rigorosa e divertissement estetico.