Con Casa a Los Angeles 1, lo studio di architettura LADG contesta non solo la banalità dell’architettura suburbana della metropoli, ma anche lo stile di vita che è associato a questo modello residenziale. Clienti perfetti per questo scopo sono una coppia di artisti che ha concesso agli architetti losangelini la massima libertà.

Questa è espressa progettualmente con la disposizione fluida degli elementi in pianta. LADG divide le varie funzioni in quattro volumi diversi, caratterizzati dal posizionamento apparentemente casuale e disgiunto di muri e coperture. La composizione architettonica genera nove ambienti ibridi, che gli architetti chiamano “baie”. A ognuna di queste è associato un uso particolate: studio, cortile, spazio eventi, giardino, portico, casa degli ospiti e residenza principale.

Il progetto produce relazioni inaspettate tra i vari ambienti, non solo tra quelli contigui ma anche tra quelli separati dai muri portanti. Troviamo inoltre una grande fluidità tra spazio interno ed esterno, come è tipico nello stile di vita dei losangelini.

Anche la materialità dell’edificio reinterpreta quella spontanea delle case intorno. La parte inferiore dei singoli blocchi è di calcestruzzo a vista, per il tetto sono usati pannelli di lamiera grecata, mentre i muri sono intonacati di bianco. Elemento caratteristico del progetto è la struttura di legno, che rappresenta un elemento decorativo oltre che funzionale.

"Il nostro progetto è un tentativo di sfidare e riorganizzare alcuni dei canoni architettonici associati alla periferia di Los Angeles", dice Claus Benjamin Freyinger, co-fondatore e co-direttore di The LADG. "Non è una casa unifamiliare, con un programma unificato, destinata a ospitare una classica famiglia di lavoratori. È un insieme di edifici che integra lavoro, vita e attività comuni intorno all’opera di due artisti".