È stato inaugurato al pubblico l’Al Janoub Stadium, il primo impianto sportivo ad essere commissionato per i Mondiali di Calcio che si terranno in Qatar nel 2022. Forse lo stadio non sarà ricordato come il più brillante progetto di Zaha Hadid Architects, ma sicuramente è stato quello più discusso e criticato dai media internazionali.
Anzi, probabilmente questa struttura passerà alla storia non per la sua architettura ma per essere icona di quello che alcuni critici definiscono come "il Mondiale peggiore di sempre" e per aver materializzato nello stesso luogo molte delle questioni aperte del nostro tempo . Ovviamente, queste non sono riconducibili direttamente allo studio ZHA, ma sono comunque temi che interessano il mondo dell’architettura e l’etica di chi ne fa parte.
Lavoratori migranti, provenienti soprattutto da India e Bangladesh, hanno subito abusi e sono morti durante la costruzione degli impianti destinati alla competazione sportiva. Nel febbraio del 2014, Hadid aveva attirato a sé molte critiche dopo aver dichiarato al Guardian: “Cosa dovrei fare a riguardo? Non la prendo alla leggera, ma penso che sia compito del governo cercare di rimediare. Non è mio dovere di architetto occuparmene.” L’Al Janoub Stadium è uno dei casi studio di Who Builds Your Architecture?, una ricerca dell'omonimo collettivo di architetti e attivisti newyorkesi che indaga “i collegamenti tra lavoro, architettura e reti globali che si formano intorno agli edifici.”
Altro scandalo è quello legato all’assegnazione dei Mondiali di Calcio al paese mediorientale, che era stato selezionato nonostante il suo clima estivo sia completamente inadatto per lo svolgimento di competizioni sportive. Dietro questa decisione c’è quella che il giornalista investigativo tedesco Jens Weinreich ha definito come “il più grande caso di corruzione nella storia dello sport,” una vicenda che ha portato alle dimissioni di cariche importanti della FIFA (Fédération Internationale de Football Association), tra cui quella del presidente Joseph Blatter.
Caratteristica principale dello stadio è quindi la possibilità di chiudere completamente il tetto, con una tensostruttura progettata da Schlaich Bergermann Partner che rende possibile la climatizzazione del campo e degli spalti nei torridi mesi estivi. Nonostante ciò è stato deciso di spostare, per la prima volta nella storia, la competizione nei mesi invernali, permettendo quindi di avere delle temperature miti e adeguate allo svolgimento dello spettacolo sportivo.
Un altro tema che vorremmo relazione tangenzialmente al progetto di ZHA è quello dei diritti delle donne. Per poter accedere all’Al Janoub Stadium, le donne saranno infatti costrette a portare vestiti adatti a “preservare la cultura e i valori del Qatar”. “Female fans should not expect to be treated any differently than they normally would be in Qatar just because of the World Cup. In other words, gender inequalities will be in full force in 2022,” ha scritto la ricercatrice americana Samantha Shapiro.
Le condizioni in Qatar sono comunque molto meno restrittive che in altri paesi dell’area mediorientale. Il regista Jafar Panahi, premiato con l’Orso d'argento al Festival di Berlino, nel film Offside racconta la storia di sei giovani donne iraniane che si travestono da uomini per poter vedere la propria nazionale giocare contro la rappresentanza Bahrein. Un più recente documentario, intitolato World Cup in Qatar 2022, but not for women, approfondisce invece la situazione in Qatar e si augura che la manifestazione possa dare un’importante spinta ai diritti delle donne e al calcio femminile nei paesi arabi.
Il presentimento (o l’augurio) però è che l’Al Janoub Stadium possa diventare uno dei principali monumenti della nostra epoca, per ricordarci il declino delle star-architecture e di tutto quello che rappresentano: un mondo dalla facciata luccicante – ovviamente dalle complesse forme di vetro e acciaio – ma che dietro nascondono ingiustizia, sfruttamento e disuguaglianza.