Il modernismo sovietico è un fenomeno architettonico che si è affermato tra gli anni ’50 e gli anni ’80 del Novecento, con la volontà di dare espressione, anche attraverso l’architettura, alle ideologie socialiste negli stati del blocco. Così si legge sui manuali di storia dell’architettura. Come il fatto che la produzione architettonica di quel periodo rispecchia le esigenze di ricostruzione post-bellica e va di pari passo con l’affermarsi del brutalismo in Europa, anche nel blocco occidentale, con il risultato di un’architettura funzionale e monumentale al tempo stesso.
Oggi, quando parliamo di “architettura sovietica”, ci vengono in mente complessi residenziali fuori misura, edifici di calcestruzzo in serie, costruzioni imponenti, ma non solo.
Non c’è da stupirsi quindi se, come il brutalismo (ne abbiamo parlato qui), il modernismo sovietico ha subito una “trendizzazione”, e come tutte le tendenze ha conquistato anche Instagram: immagini di architetture massicce etichettate come #sovietic e #brutalist circolano associate a toni cupi, colori sbiaditi o virati al verde e nebbia diffusa, quasi come se si trattasse di scenari post apocalittici o una nuova stagione della serie Chernobyl. Le immagini sono tutte (o quasi) accompagnate dallo stesso brano: la versione rallentata di “Sudno” dei Molčat Doma, gruppo bielorusso popolare sui social proprio grazie a questa canzone e alla copertina di un loro disco.
Ma perché l’estetica sovietica risulta così accattivante?
Si potrebbe associare alla curiosità nei confronti di ciò che non si conosce, o al senso di nostalgia che la visione di certe immagini suscita. Il creativo e scrittore americano John Koenig, autore di The dictionary of obscure sorrows, un progetto molto apprezzato sui social per aver dato una definizione a emozioni ed esperienze fino a quel momento senza nome, la definisce anemoia, cioè la “nostalgia di un tempo mai vissuto (nostalgia for a time you never experienced)”.
In questa selezione abbiamo raccolto 10 account Instagram che mostrano l’architettura e l’estetica sovietica moderna, per quello che è ma soprattutto per quello che sembra essere oggi.
1. @sovietvisuals
Nato su twitter e spostatosi successivamente su Instagram, @sovietvisuals è un progetto curato da Varia Bortsova che documenta la cultura visiva dell'Unione pre e post-sovietica, condividendo fotografie di pubblicità, persone, design e propaganda dal 1910 ad oggi, con alcune immagini generate dalla AI. Un archivio così ricco da diventare un libro, con luoghi e usanze della cultura sovietica, come il design “spaziale” del Kosmos Cafe di Minsk.
2. @socialistmodernism
Con 441mila followers, è uno dei profili più noti della lista. Attraverso le immagini, @socialistmodernism traccia letteralmente una mappa delle architetture del modernismo socialista. Con @urbanicagroup promuove i testi che raccolgono i progetti più interessanti suddivisi per aree geografiche, e fornisce informazioni sulla storia degli edifici, sui progettisti e sulle condizioni attuali.
3. @balkan.stories
Con quasi 100mila followers, @balkan.stories è probabilmente il profilo che più si avvicina all’idea che l’utente medio di Instagram ha dell’“estetica sovietica”. Non è un caso che i reel più cliccati siano quelli realizzati con il formato POV: ironici ma rigorosamente con musica ansiogena, mostrano luoghi e modi di vivere che incuriosiscono gli utenti, come gli ambienti degradati di alcuni enormi palazzi di cemento, pur rischiando di alimentare uno stereotipo già ampiamente diffuso.
4. @eastern_european_diaries
“Nostalgia” è una delle parole chiave del fenomeno di diffusione dell’estetica sovietica sui social. @eastern_european_diaries unisce architettura brutalista, interni decadenti e blue hour. Alcuni temi più rilevanti sono approfonditi sul sito esterno, mentre spopolano ancora una volta i reel che mostrano luoghi inospitali, per citare un titolo “It’s not depression, it’s just eastern Europe”.
5. @retroaestheticism
A proposito di nostalgia, le immagini condivise da @retroaestheticism, come suggerisce il nome, sono una collezione di “aesthetic vibes”. I reel richiamano senza equivoci tempi passati, con musiche volutamente angoscianti, colori scuri e ambientazioni prevalentemente notturne.
6. @sovietgallery
“Preserving the art, architecture, and memories of the #SovietUnion in a visual time capsule” e “Non-political | Educational purposes” sono i due claim presenti nella biografia di @sovietgallery, un profilo fatto di manifesti, copertine e fotografie di momenti significativi della storia moderna e contemporanea, con una sensibilizzazione particolare per la conservazione dei monumenti storici.
7. @soviet_busstops
Spostandosi dall’estetica puramente sovietica, nel modo in cui è intesa nell’immaginario collettivo, uno dei progetti più interessanti è @soviet_busstops di Christopher Herwig, fotografo canadese che nel 2002 ha iniziato un viaggio attraverso 14 paesi dell’ex Unione Sovietica per catturare la particolarità delle fermate degli autobus. Essendo costruzioni minori, alle volte del tutto irrilevanti, le fermate dell’autobus passavano inosservate in un contesto di totale controllo statale, perciò sono diventate l’espressione dell’ingegno individuale.
8. @stepegphotography e @ilcontephotography
Roberto Conte(@ilcontephotography) e Stefano Perego (@stepegphotography) sono due noti fotografi di architettura, entrambi appassionati alle opere del brutalismo di tutto il mondo. Il loro lavoro sull’architettura sovietica si è tradotto nella pubblicazione di un libro fotografico dal titolo “Soviet Asia”, che li ha spinti ad esplorare i luoghi più remoti di Kazakhstan, Kyrgyzstan, Uzbekistan e Tajikistan, e a fotografare gli edifici costruiti tra gli anni '50 e la caduta dell’Urss.
9. @sozgorod
Nonostante alcuni inserti di mosaici sovietici, specifico oggetto di interesse dell’autore di questa pagina Valery Maslov, il feed di @sozgorod è quasi completamente grigio, in tutte le sue sfumature. Tra enormi edifici residenziali e costruzioni monumentali, i suoi post e reel mostrano interni ed esterni delle diverse facce dell’architettura sovietica.
10. @brutavia
Poco conosciuto ma molto “aesthetic”, il feed di @brutavia si concentra quasi esclusivamente sulle facciate: modulari, scandite, geometriche. I confini geografici sono molto estesi, mettendo in evidenza proprio il modo in cui architetture e luoghi diversi possano essere percepibili come appartenenti alla stessa estetica.