Tradizione, uso di materiali locali e domesticità. Attraverso due progetti dove la semplicità è un tema ricorrente, lo studio Acrónimo è riuscito a interpretare il carattere rurale dell’area attorno a Montemorelos in Messico e trasformarlo in architettura.
La prima, la residenza Azahares, ospita i lavoratori del campo Tierra Madre. Qui gli architetti hanno riletto il tema della casa, lavorando sulla divisione dell’abitazione in tre corpi. Questa ha generato un patio esterno che si presenta come vero fulcro dell’intervento: su di esso, ciascun vano può aprire integralmente una delle sue pareti, ed è così che l’architettura restituisce una fotografia di vita dell’area, dove è l’uso dei materiali a sottolineare la domesticità dello spazio e a radicare il progetto nel territorio.
La seconda sperimentazione ha visto lo sviluppo della Capilla San José: uno spazio religioso dove nuovamente lo studio si è confrontato con la relazione tra i riti e la reinterpretazione della tipologia storica. La piccola chiesa viene così divisa in tre corpi comunicanti, alternando pesantezza e leggerezza, generando compressioni e dilatazioni dello spazio. Anche qui l’utilizzo del cemento, dello stucco e del legno si accostano in maniera netta, arrivando a produrre un rapporto gerarchico e armonico tra le parti.
In entrambi i progetti, gli spazi riescono così a costruire un dialogo tra interno ed esterno, fondendosi in una tensione tra architettura e paesaggio. I materiali, sempre locali, nel generare un’atmosfera domestica riescono allo stesso tempo a comporre un vocabolario di soluzioni contemporanee capace di rileggere la tradizione: un'esperienza dove la semplicità rivela la vera forza dello spazio, dove luce, materiali e atmosfera tornano al centro dell’esperienza architettonica.