L’architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha, che presto avrà 92 anni, ha donato il suo archivio alla Casa da Arquitectura, il Centro portoghese di architettura di Porto. L’annuncio è arrivato giovedì 10 settembre 2020. Gli 8.800 oggetti provenienti dallo studio del Pritzker 2006 sono arrivati lo stesso giorno a Porto, dove Nuno Sampaio, direttore dell’istituzione, li ha accolti.
L’evento non è passato inosservato, soprattutto agli architetti brasiliani e ai professori della Facoltà di Architettura dell'Università di San Paolo (FAU-USP). La scelta di Mendes da Rocha ha infatti suscitato aspre critiche, toccando i passati rapporti coloniali fra Brasile e Portogallo, oltre alle speculazioni sul ruolo delle politiche culturali di Jair Bolsonaro in questa vicenda.
La Casa da Arquitectura ha lavorato a lungo sull’opera di Mendes da Rocha e sull’architettura brasiliana fin dalla sua apertura nel 2017, dalla sua sede centrale, presso l’ex Cantina Reale di Matosinhos. Qui, nel 2018, in occasione del discorso di inaugurazione delle due mostre “Infinito Vão” e “Duas Casas”, Mendes da Rocha ha preso posizione contro l’ondata di populismo di estrema destra in Brasile. All’epoca Jair Bolsonaro era candidato alla presidenza del paese.
Ma, dice Nuno Sampaio, “Mendes da Rocha ha scelto la Casa da Arquitectura per il lavoro che facciamo: la nostra mission include il sostegno alla ricerca e alla diffusione della conoscenza dell'architettura non solo ai professionisti, ma a un pubblico più ampio”. Sampaio ha detto a Domus che il tipo di lavoro che l’istituzione svolge è stato determinante per la scelta dell’architetto, il cui archivio sarà digitalizzato. Oggi l’istituzione portoghese sta infatti lavorando al suo “secondo edificio”, una piattaforma digitale dove i suoi archivi saranno accessibili gratuitamente, come “una finestra aperta alla società globale”.
Immagine di apertura: Paulo Mendes da Rocha nel suo studio a San Paolo. Foto Stefano Passamonti